ABBIATEGRASSO – Giovedì mattina in ospedale presso la sede del Movinmento per i Diritti del Malato una decina di persone ha incontrato il cons. regionale Michele Usuelli  di Più Europa con Emma Bonino che, attraverso il suo collaboratore abbiatense Alessandro Pecoraro, aveva chiesto di incontrarli per parlare della situazione in cui versa l’ospedale Cantù. Era presente anche il presidente dei 15 sindaci dell’abbiatense Marco Marelli di Morimondo. Il consigliere Usuelli si è presentato innanzitutto come medico “uno di soli tre consiglieri medici su 80 in Regione, quindi la nostra voce – ha detto –  è autorevole nel merito di quanto possiamo dire a proposito di sanità”. Gli è stata fatta una cronistoria dell’ospedale Cantù: la sua importanza da 138 anni per un vasto territorio di ben 207 kmq, la scelta recente di rifarlo completamente con un esborso di oltre 30 milioni di euro a cui è seguito improvvisamente nel 2016 un cambio di rotta ed è iniziato il suo depotenziamento con la chiusura notturna del P.S. di notte, continuato con lo spostamento di medici e servizi verso Magenta e Legnano, con proclami e promesse di introdurre nuove specialità che, in realtà, fanno del Cantù un poliambulatorio e non più un vero e proprio ospedale come è sempre stato ma secondo quanto previsto dalla programmazione del Poas, calata dall’alto e contestata dagli utenti e da tutti i 15 sindaci dell’abbiatense. Usuelli ci ha tenuto ad informare che “a luglio Più Europa ha presentato in Regione una mozione, condivisa da tutti tranne che dai 5stelle, sul Piano Socio Sanitario Integrato di Regione Lombardia, scaduto nel 2014 che prevede una programmazione di 5 anni, una legge che deve partire dall’analisi dei  bisogni dei cittadini ed essere discussa dalle assemblee dei sindaci e delle associazioni di categoria. Si sta andando avanti invece con delibere di Giunta nella illegalità, perché non c’è nessuno dei passaggi previsti, derogando quindi dai principi democratici…” Il dott. Ceretti ha evidenziato, in particolare, le contraddizioni insite nella scelta di penalizzare l’ospedale punto di riferimento di un’ampia zona mentre si vanno potenziando altri come quello di Cuggiono in un’area dove la concentrazione di servizi è addirittura sovradimensionata, vedi le due cardiochirurgie vicinissime di Busto e Legnano. Mentre con il direttore generale Carla Dotti si è scelto di rilanciare l’ospedale con nuove strutture e un copioso investimento per renderlo sempre più efficiente, improvvisamente il nuovo direttore  Massimo Lombardo, subentrato nel 2016, ha ribaltato la programmazione. Scelte, ha affermato il dott. Ceretti, legate soprattutto ai miliardi che si devono restituire in 20 anni a chi ha finanziato l’ospedale di Legnano. Non si è tenuto conto dei bisogni dei cittadini che sono anche aumentati con l’aumentare della popolazione anziana, abbiamo diverse strutture, diverse RSA sul territorio che trattano persone instabili e che necessitano spesso di un P.S. che peraltro il Cantù ha, con sale e macchinari di ultima generazione. Dopo aver ascoltato diversi interventi e motivazioni, il cons. Usuelli, guardando la cartina del territorio, ha affermato che  ci sono troppi ospedali vicini ed è giusto accorpare. Purtroppo è toccato al Cantù, non si può tornare indietro, i politici che l’han detto in campagna elettorale ci hanno presi in giro, lui non intende farlo e quindi poiché siamo “cornuti e mazziati – ha detto – vorrei fare in modo che foste meno mazziati, implementando i servizi e cercando di compensare i disagi”. Personalmente, come componente del direttivo del Movimento e sollecitata da molte segnalazioni, ho fatto notare che non accettiamo di essere né mazziati né cornuti, che la richiesta da più parti è di rivedere il Poas e la distribuzione della rete. Visto che è stata una scelta politica infelice, la politica può riconoscere e correggere i suoi errori. Il cons. Usuelli ha chiesto al Direttivo del Movimento di pensare alla sua proposta, ha ammesso di condividere, seppure da consigliere di minoranza, la scelta irremovibile dell’ass. Gallera. Tornerà se si desidera che si faccia portavoce di qualche miglioria come la presenza di un numero maggiore di ambulanze per il trasporto e altri correttivi. Ricordo che l’incontro del 21 giugno in Regione richiesto da sindaci e Movimento, con il governatore Fontana, si è concluso con una proposta e promessa molto simile da parte dell’ass. Gallera: l’istituzione di un tavolo per migliorare qualcosa, fermo restando che il P.S. resta chiuso di notte, il Cantù sarà sempre più non un ospedale ma un  satellite di Magenta. Una proposta fotocopia arriva ora dal consigliere regionale di Più Europa,  cosa ne pensano di queste proposte  gli 83.000 cittadini  e i sindaci di Abbiategrasso, Albairate, Cassinetta, Vermezzo, Gaggiano, Zelo, Rosate, Motta, Calvignasco, Bubbiano, Ozzero, Morimondo, Besate, Cisliano, Gudo Visconti? Un territorio di 207 kmq i cui cittadini ora sono costretti a percorrere da 10 a 30 e più km per recarsi negli ospedali di Magenta o addirittura Legnano, ricordiamo che a volte anche pochi minuti sono preziosi per salvare la vita. E.G.