ABBIATENSE – Dopo gli incontri tra amministratori locali e dirigenti ospedalieri molti cittadini si chiedono a che punto è la trattazione dei problemi dell’ospedale Cantù. E’ stata inoltrata una richiesta di incontro al governatore Maroni e all’ass. Gallera, hanno risposto? Quali sono le istanze che presenterete? Lo chiediamo all’ass. Donato Bandecchi, che risponde così: “L’assemblea di tutti i Sindaci dell’Abbiatense ha stigmatizzato il provvedimento deciso dagli organi Dirigenti di chiudere il P.S. di Abbiategrasso, questa disapprovazione è stata anche tradotta con l’approvazione di atti istituzionali deliberativi dei Comuni dello stesso Distretto, a rafforzare questa pozione Istituzionale dei comuni vi è la decisa opposizione alla chiusura da parte del Movimento del Malato che ha raccolto oltre 13.000 firme dei cittadini del Distretto, numerose sono anche le prese di posizione delle molteplici Associazioni del territorio. Nonostante un’espressione rappresentativa così ampia popolare e significativa di netta contrarietà alla chiusura notturna del P.S., nell’incontro tenutosi il 22 dicembre scorso tra i nostri Sindaci e il Direttore dell’ATS (le Asl oggi si chiamano così) e con il Direttore Generale Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) Dr. Lombardo, la nostra proposta motivata in termini oggettivi di riapertura non è stata accolta a dir loro per una ‘scelta tecnica’, aggrappandosi ad una rigida interpretazione sia del Decreto 70 che alla legge Regionale di riforma sanitaria. I Sindaci e i loro rappresentanti  presenti all’incontro non hanno certo condiviso tali posizioni e hanno scritto, chiedendo un incontro ‘urgente’, al Presidente della Regione Maroni e all’Assessore Regionale alla  Sanità, Giulio Gallera, per spiegare le nostre motivazioni e sperare decisamente in un intervento politico, ma prima ancora di buon senso, di riapertura notturna del P.S. A tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna risposta, se questa non arriverà in tempi brevi dovremo a mio parere studiare ed intraprendere subito iniziative politiche per far sentire la nostra disapprovazione e protesta. A mio parere ci sono valide motivazioni e ragioni da sottoporre al Governatore Maroni e al Suo Assessore delegato alla Sanità, sia di tipo tecnico che politico perchè venga riaperto il P.S. Se parliamo della legge regionale di riforma del sistema sanitario, sbandierata da tutte le parti come una riforma che ha dei contenuti che vanno a migliorare i sevizi sanitari del territorio, mi sembra proprio che con questa scelta di sopprimere il P.S. si vada invece nella direzione opposta a quella voluta dal legislatore, snaturando il vero significato o concetto di ‘riforma’ che significa invece riformare per migliorare e implementare i servizi per i Cittadini, non certo ridurli. La stessa legge Regionale prevede che la Regione debba garantire Livelli Essenziali di Assistenza(LEA) e il P.S. si configura proprio come servizio essenziale per il nostro Territorio (ma non solo per il nostro perché viene utilizzato anche da persone ora assegnate a un altro distretto, Corsico, Trezzano, ecc) proprio per l’assenza di collegamenti di trasposti pubblici con altri presidi Ospedalieri. Se poi veniamo al Decreto 70, questo definisce bene i requisiti di sicurezza e di funzionamento della ‘rete territoriale di soccorso’ che comprende Ospedali, P. Soccorsi e servizio dedicato alle emergenze, e indica che secondo il nuovo modello organizzativo di assistenza devono essere potenziate le attività del territorio, messe in rete ed in sicurezza, realizzando la rete ospedaliera e garantendo la continuità assistenziale, h.24, nell’interesse della popolazione. L’esatto contrario di quello che i Dirigenti della Sanità stanno facendo ad Abbiategrasso. Bisogna battersi perché queste norme del decreto vengano applicate correttamente su Abbiategrasso e non certo come si sta facendo, con una lettura incomprensibilmente restrittiva non prevista dallo stesso Decreto. Tanto è vero che in tutta Lombardia dopo il Decreto non ne è stato giustamente chiuso o ridimensionato uno di P. Soccorso,  neanche quello di Saronno in cui in diversi casi è stato praticato ‘il protocollo Cazzaniga’ che addirittura sopprimeva i pazienti. La stessa normativa salva e deroga per i P.S. là dove c’è poca popolazione in conseguenza del fatto che sono ‘aree disagiate’, in particolare dove collegamenti e trasporti pubblici sono carenti, proprio come nel nostro territorio. Dovremo far capire ai responsabili che stanno interpretando il decreto in modo sbagliato. Se i Sindaci si muoveranno unitariamente si potrà arrivare a una soluzione dignitosa per il nostro P.S. e Ospedale”. E.G.