ABBIATEGRASSO – Travolti da un nemico invisibile che mette a rischio la nostra vita, costretti a rinunciare a quasi tutte le nostre abitudini, sospeso il lavoro, negati gli spostamenti se non per motivi assolutamenti importanti, la spesa, il medico o emergenze impreviste. Difficile anche chiudersi in casa dove a volte la convivenza a lungo andare può diventare difficile. Ciascuno deve fare i conti con il pregresso , ora i rapporti possono migliorare, c’è più tempo per parlare, per confrontarsi, per capirsi, anche se bisogna rinunciare ai gesti più intimi come baci e abbracci che aiutano a comunicare l’affetto. Ora dobbiamo usare altri mezzi, è il momento di usare le parole, anche quelle finora conservate e mai dette. E non c’è momento più adatto per un confronto civile e per chiarire situazioni. E’ il momento delle convivenze forzate, un momento non facile soprattutto per genitori con figli adolescenti, i più difficili da convincere a stare in casa perché si sentono invincibili, perché recalcitranti, insofferenti alle regole e più propensi a vivere fuori casa, con gli amici. Ma in questo momento ogni genitore deve assolvere al suo compito educativo che spesso viene delegato alla scuola o ad altri adulti perché dire ‘no’ comporta conflitti non facili da gestire. Nessuno può ora demandare ad altri le proprie responsabilità verso sé stessi e verso l’intera comunità perché le conseguenze possono addirittura risultare mortali per persone con fragilità anche insospettate. Possiamo però aprire le finestre, uscire sui balconi, scoprire finalmente i nostri vicini, parlarci, condividere a distanza quello che stiamo vivendo. Applausi, musica, veglie comprese. Distanti ma non soli, uniti da un destino incerto che ci crea ansia, è ovvio, ma possiamo occupare il nostro tempo immaginando anche il futuro del dopovirus che sarà come un dopoguerra. Un dopoguerra che ha bisogno di tanta energia, di nuove idee, di una ristrutturazione completa del nostro modo di vivere in cui far prevalere, con più giudizio, il bene di tutti sugli interessi e speculazioni di pochi. Intanto dobbiamo resistere, combattere insieme la nostra Resistenza a questo subdolo nemico di cui sappiamo poco e che si chiama ‘coronavirus’, rispettando le misure richieste e sperando di trovare un posto letto e un ventilatore nel caso si risultasse positivi con sintomi importanti. Scoprire di essere stati a contatto con persone contagiate ed essere messi in quarantena è solo una precauzione e non è detto che a nostra volta si diventi positivi. E’ importante non sentirsi soli, le notizie arrivano attraverso i giornali o direttamente in casa da radio e tv. La tecnologia ci connette ovunque , basta un cellulare per vedersi con una videochiamata o per ascoltare la voce di qualcuno che ci scalda il cuore. Uniti anche se distanti. Un abbraccio virtuale a tutti. Enrica Galeazzi