ABBIATEGRASSO – Da un sondaggio con le risposte di oltre 1000 imprese di Milano, Monza Brianza e Lodi i dati elaborati dall’Ufficio Studi Confcommercio Milano hanno spinto Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, il 15/1 a chiedere a gran voce di “non sottovalutare la nuova sofferenza del sistema imprenditoriale e attivare al più presto urgenti sostegni”. Con la moltiplicazione dei contagi, si registra il calo della clientela per il 72%, il 41% registra difficoltà per dipendenti/collaboratori a casa in quarantena. L’impatto dello smart working, di nuovo in ripresa, ha conseguenze economico/organizzative dirette per il 68% degli operatori (l’87% per ristorazione e ricettività). Fortemente negativo il giudizio sulle misure economiche: insoddisfatto il 91%. Fiducia nei vaccini: l’80% favorevole all’obbligo per gli over 50. I grafici del sondaggio di Confcommercio Milano evidenziano che l’effetto Omicron pesa in modo molto rilevante sull’andamento delle attività economiche del terziario. Maggiori risposte da ristorazione (26%), servizi (20%), dettaglio non alimentare (19%). Segnalati problemi anche nei rifornimenti (21%). Solo l’8% delle imprese non rileva variazioni significative. Pesa e ha conseguenze economico/organizzative dirette per molti operatori anche la crescita dello smart working: lo rileva il 68% delle imprese. In particolare per ristorazione e ricettività (87%). E il 67% valuta una ricaduta negativa sugli affari con l’eventuale passaggio della Lombardia in zona arancione che comporterebbe molte limitazioni senza Green Pass: il 57% stima una perdita variabile dal 10 al 30%. Il 10% teme anche il rischio di chiusura. Altissima – il 91% delle imprese – è l’insoddisfazione sulle misure economiche attualmente in vigore per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid. Come priorità il 37% chiede agevolazioni fiscali, il 28% maggiori e più rapidi indennizzi, una moratoria creditizia il 18%, la cassa integrazione Covid il 17%. C’è fiducia nel vaccino: l’80% è d’accordo con l’obbligo introdotto per gli over 50. Più articolata, invece, la valutazione generale sui provvedimenti e le iniziative per contrastare l’emergenza pandemica: misure eccessive per il 55%, insufficienti per il 45%. “A causa degli effetti della variante Omicron – dichiara Sangalli – le imprese del terziario rischiano una nuova e profonda crisi. Cali di fatturato e problemi di personale sono le criticità più evidenti. Da qui la richiesta urgente al Governo, ma anche alle istituzioni locali, di attivare al più presto sostegni per i settori imprenditoriali più colpiti. In particolare indennizzi, rinnovo cassa Covid e moratorie fiscali e creditizie. Certamente non ci troviamo di fronte a una situazione estrema come l’inizio della pandemia. Oggi abbiamo armi efficaci, come i vaccini, per affrontare l’emergenza sanitaria ma non va assolutamente sottovalutata la nuova sofferenza del sistema imprenditoriale”. Dati che chiediamo di commentare a Brunella Agnelli, Segretario ConfCommercio Abbiategrasso che dichiara: “La situazione è molto complessa a causa di diverse congiunture sfavorevoli. Entriamo nel terzo anno pandemico e ci siamo arrivati molto stanchi, demotivati e avendo esaurito tutte le risorse fisiche ed economiche disponibili. Gli effetti del Covid oggi si combinano con la scarsità delle materie prime e il conseguente incremento dei prezzi. Questo, inevitabilmente, incide sul potere d’acquisto e quindi sui consumi. La contagiosità della variante, poi, ha comportato una paralisi e diversi problemi organizzativi per tante delle nostre aziende. Quanto emerge dal sondaggio rispecchia perfettamente la realtà locale e evidenzia la disomogeneità delle opinioni relative alle misure assunte per contrastare l’emergenza pandemica. E’ unanime, invece, la convinzione che i sostegni finora ricevuti siano stati pochi e del tutto insufficienti. Per questo anche quest’anno lavoreremo affinché le Amministrazioni si attivino per deliberare aiuti indirizzati ai settori più colpiti”. Di seguito alcuni commenti, percezioni, considerazioni di commercianti locali in questo periodo. “Ora che il ritorno per lo più in smart working toglie anche ai non positivi l’opportunità di uscire e socializzare, viene meno anche la voglia di acquistare e la paura generale di tempi di carestia con il già annunciato e iniziato aumento dei prezzi anche dei beni di prima necessità, è un deterrente per i consumi”. Altre voci “E’ un lockdown mascherato ma con le restrizioni imposte è praticamente in atto”. Un negoziante di abbigliamento rivela di avere “paura per la frenata dei consumi in atto, neanche i saldi più convenienti stimolano ad acquistare. Se continua così mi chiedo in quanti saremo costretti a chiudere. E poi?”. La paura quindi spadroneggia ovunque e aumenta il disagio, occorre più che mai uno sforzo da parte di tutti, con importanti misure da parte del governo, indispensabili per riaccendere fiducia, speranza e progetti realizzabili nel prossimo futuro. E.G.