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“Oltre” l’obiettivo di una macchina fotografica… La storia della fotografa Vivian Maier nel romanzo presentato durante la prima Domenica Letteraria

ABBIATEGRASSO – Domenica 3 febbraio esordio delle “Domeniche letterarie” al Castello, la 24esima edizione si è aperta con l’autrice Francesca Diotallevi e il suo romanzo “Dai tuoi occhi solamente”, storia di una bambinaia che non sapeva di essere una straordinaria fotografa, romanzo improntato sulla storia di Vivian Maier, artista fotografica, divenuta celebre solo dopo la sua scomparsa. Ad introdurre l’incontro, la presidente di Iniziativa Donna Nunzia Fontana che, insieme a L’Altra Libreria, rendono possibili questi speciali incontri tra scrittori e lettori. A presentare l’evento Elena Sassi. Ad una prima introduzione al testo, sono seguite domande e considerazioni sul romanzo alle quali l’autrice ha risposto con sentita emozione e partecipazione, raccontando ai molti presenti quanto fosse stato difficile scavare nella vita di una donna, Vivian, che per tutta la vita non fece altro che nascondersi dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica.
L’autrice ha raccontato la storia della fotografa facendone un quadro critico e sociale, una sorta di biografia, contestualizzando da dove fosse partito il suo percorso creativo.
Vivian Maier è ormai famosa in tutto il mondo, libri, mostre e documentari raccontano la vita della fotografa; il tutto è però ricostruito dalle sue fotografie, da documenti, da alcuni personaggi che ne hanno incrociato il percorso. La Maier, come un po’ tutti noi, era la somma del suo passato, delle sue ferite e cicatrici forse mai richiuse completamente. Tutto il suo passato la rese inesorabilmente una persona profondamente insicura, chiusa in sé stessa e in relazione con il mondo attraverso la sua passione, la fotografia. Passione che però non la portò ad aprirsi al mondo, ma la segregò dietro le sue fotografie, fotografie che altresì non vennero poi nemmeno sviluppate dall’artista.
Questo è ciò che rende la sua storia ancora più affascinante, la fotografa conservò per tutta la vita centinaia e centinaia di rullini non sviluppati e, solo dopo la sua morte nel 2009, vennero comprati casualmente ad un’asta di depositi a Chicago e pubblicate e apprezzate in questi ultimi anni, facendo di Vivian una delle fotografe più celebri al mondo. Francesca Diotallevi ha ambientato il suo libro negli anni ‘50, immaginando e ricostruendo la vita che Vivian conducesse allora. Lavorava come bambinaia presso famiglie benestanti, amava circondarsi forse di quella perfezione che era mancata nella sua infanzia, incuriosita e forse speranzosa di non trovarci i soliti drammi e le consuete pantomime, probabilmente desiderosa di salvare e proteggere quei bambini che si trovava ad accudire, nell’illusione di salvar sè stessa da un passato che l’aveva ormai segnata. La Diotallevi si immagina in quelle famiglie, in quei personaggi che Vivian incrocia, soprattutto in Frank, scrittore e datore di lavoro della tata Vivian. Tramite questo stratagemma l’autrice cerca di illuminare, mettere a fuoco l’anima complicata della Maier, le sue scelte e i suoi “Preferirei di no”… Attraverso la macchina fotografica, Vivian riusciva ad entrare in comunicazione con il mondo, avvicinarsi alle persone protetta dal ruolo della fotografa, trovando quindi un motivo per potercisi avvicinare, per esistere fosse anche solo per l’istante dello scatto. Le fotografie della Maier raccontano ritratti di gente comune, mestieri, squarci cittadini e non solo, ma più di tutto ci parlano di lei; Francesca Diotallevi non ha fatto altro che dar voce alle immagini e dialogarci, parlando con Vivian, ha raccontato anche un po’ di Francesca. Le Domeniche Letterarie proseguiranno settimana prossima, il 10 febbraio, ospite l’autrice Valeria Montaldi e il suo romanzo “Il Pane del Diavolo”, sempre alle 10.30 al Castello. L.C.

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