ABBIATEGRASSO – Giovedì 29 novembre durante il Consiglio comunale si discuteva il punto 10 all’o.d.g. su Agenda 21, diversi consiglieri di minoranza lamentavano il ritardo della consegna dei documenti, tra questi la cons. De Angeli a cui lei ha risposto una prima volta che gli uffici sono sempre aperti per i consiglieri. Dopo altri interventi, quando è di nuovo intervenuta, De Angeli ha rimarcato che tra venerdì, giorno della convocazione, e martedì in cui si è tenuta, tolti sabato e domenica rimaneva lunedì per trovare gli uffici aperti e visto che c’è anche la famiglia e il lavoro… A quel punto, dica lei cosa le ha risposto e perché. “Ho risposto in un certo modo in un momento di discussione politica molto accesa. Partiamo col dire che le commissioni sono state convocate con i tempi che prevede la legge mentre il Consiglio non ha potuto che essere convocato di giovedì e venerdì, poiché entro il 30 c’erano scadenza tassative. Nella riunione dei capigruppo poichè nei weekend tutti e in particolare le donne si dedicano alla famiglia, ho proposto mercoledì e giovedì ed è stato accettato all’unanimità, De Angeli compresa. L’unica cosa che mancava era parte della documentazione di Agenda 21”. Esatto e l’ass. Cattaneo ha detto che non è stata colpa sua, è stata una svista… “Ognuno – prosegue Tagliabue – le colpe le scarica su chi vuole, io seguo le regole e se la minoranza non era d’accordo poteva chiedere la sospensione di 5 minuti per chiedere di spostare in altra data il punto all’o.d.g., vista la documentazione consegnata solo la sera prima. Da un mese e mezzo l’assessore mi chiedeva di portare l’argomento in Consiglio, ero convinto che la documentazione fosse stata consegnata completa, non spetta a me verificare questo, c’è stata anche una Commissione e credevo fosse tutto a posto”. Visto che non è la prima volta, la minoranza lamenta da tempo tale ritardo, da cosa dipende, cosa non funziona? “Non so dirlo, so che quando c’è Consiglio la documentazione viene data. Dieci giorni fa ho telefonato ai consiglieri Cameroni e Cattoni per appurare se la documentazione richiesta gli era stata consegnata. Ho verificato che a Cattoni era stata consegnata 2 giorni prima e con fortissimo ritardo”. Ma i ritardi da cosa dipendono, dove si inceppa la macchina? “In questo caso dall’ufficio perché la politica la richiesta l’ha fatta, l’ufficio forse dovendo verificare e raccogliere dati aveva bisogno di più tempo. Un ritardo tecnico quindi, per il progetto piscina invece a me è stato detto che si trova sul sito del Comune, ho sollecitato comunque gli uffici a inviare la documentazione a chi l’ha richiesta”. Torniamo alla sua risposta che ha creato il caos, un’eco fino a Roma… “Non frequento i social, dopo 2 ore di una discussione accesa su questo argomento, probabilmente sono uscito con un’esternazione non consona al ruolo che ricopro e per questo chiedo scusa a tutto il Consiglio comunale”. Non le è venuto in mente di chidere subito scusa? “No, perché la ritenevo una discussione politica, non per offendere e soprattutto non sessista. Pensavo fosse finita lì come tante altre discussioni, anche più pesanti”. Il “si dimetta?” “Io ho sempre rispettato i ruoli ho detto ‘se’ non ha tempo si dimetta, perché ritengo che la politica a livello locale sia volontariato, nessuno di noi campa con i soldi della politica. Ho sbagliato, chiedo scusa a tutti e in modo particolare alla consigliera De Angeli”. La parlamentare 5 Stelle chiede di prendere provvedimenti nei suoi confronti, pensa che succederà? “Non so cosa dire, se prenderanno provvedimenti me ne farò una ragione, lo sbaglio è stato mio, ho sbagliato a intervenire, ho un carattere difficile, la voce alta ma non volevo offendere. Penso di avere un buon rapporto con i consiglieri che ritengo amici e non sicuramente dei nemici”. Dagli errori si impara, cos’ha imparato lei? “Sicuramente che devo tenere la bocca chiusa, a cominciare dal prossimo Consiglio se me ne daranno l’occasione, vorrà dire che ogni volta, prima di parlare conterò fino a 30… Quello che mi ha fatto stare male è l’accusa di essere sessista. La dimostrazione che non lo sono: mentre le altre liste hanno inserito un numero di donne limitato a quanto previsto dalle quote rosa, nella mia c’erano più donne che uomini, se fossi stato sessista…” Leggo un commento in diretta, dopo le scuse e i chiarimenti, sembra che la stiano assolvendo. “Mi ha avvisato un amico. Non avevo idea di quanto stava accadendo sui social altrimenti avrei subito chiarito alla cons. De Angeli, le avrei detto di essere stato frainteso, chiedo scusa per la mia impulsività…” Visto il suo ruolo che chiede il rispetto a tutti deve garantire per primo un linguaggio consono e rispettoso… Ora credo sia chiaro. Enrica Galeazzi