L'eco della città

No alle biciclette in treno, una scelta che fa discutere

ABBIATEGRASSO – Non si possono più portare biciclette in  treno, solo monopattini e bici pieghevoli. Forse un tentativo, quest’ultimo, di non contraddire il governo che ha decretato sconti (per ora solo promessi perché non esiste ancora il portale con cui richiederli) per monopattini e biciclette elettriche? Per i pendolari e i tanti riders, ragazzi soprattutto extracomunitari che dal periodo del lockdown si sono spostati in treno con biciclette per offrire quei servizi a domicilio preziosi  per migliaia di abitanti della città metropolitana di Milano che comprende 133 Comuni, ora la doccia fredda del divieto di Trenord. Da molti Comuni e anche da Abbiategrasso, ogni mattina si aggiungevano persone munite di bicicletta in attesa del treno per Milano, per raggiungere il posto di lavoro e gruppi di riders addetti alle consegne con  la bicicletta, il proprio mezzo di lavoro. Ma ecco che con la riapertura della maggior parte delle attività e il ritorno di migliaia di pendolari , Trenord invece di migliorare il servizio con più corse per evitare gli assembramenti quotidiani precedenti al coronavirus  vieta il trasporto  delle biciclette. La motivazione è che pregiudicano il mantenimento delle distanze e rendono difficoltose salita e discesa dai convogli e gli spostamenti. Trenord che sembrava aver iniziato a favorire la mobilità dolce proprio con il trasporto delle biciclette in treno, ora che per necessità e grazie a una maggiore consapevolezza ambientale, l’uso di tale mezzo si è diffuso, che fa? Lo vieta. Anzi no, non lo vieta del tutto, sono ammessi monopattini e biciclette pieghevoli che tengono meno posto ma che sono in uso a una fascia esigua della popolazione. Trenord annuncia anche ulteriori restrizioni, presto comunicherà su quali treni sarà possibile trasportare biciclette e monopattini, certo non su  tutti. L’associazione MiMoAl dei pendolari della linea Milano Mortara Alessandria chiede di rivedere tali decisioni che, come sempre, invece di migliorare il servizio, rispondendo alle esigenze dei passeggeri, lo riducono e lo cancellano. Mi.Mo.Al. sostiene che “come potete leggere nel comunicato stampa Stop alle bici a bordo treno: troppi ‘assalti’ pregiudicano la sicurezza. La sintesi dell’articolo è che la sicurezza sui treni è compromessa quotidianamente e Trenord, ammettendo la propria incapacità a gestire questa emergenza nell’emergenza, ha deciso per un drastico ‘No Bici a bordo’. No Bici=> no Emergenza, almeno questo è quello che pensa la dirigenza responsabile del provvedimento, perché con una lettera firmata da diverse sigle sindacali del personale viaggiante o ‘Front Line’, questa decisione potrebbe rendere l’emergenza ancora più acuta e rendere i viaggi in treno un vero e proprio calvario di ritardi e chiamate alle autorità giudiziarie. Da pendolari con esperienza decennale, sappiamo bene che questa decisione è come gettare benzina sul fuoco. Mentre il mondo va verso una mobilità più sostenibile, vengono predisposti ‘Bonus Bici’, piste ciclabili, Trenord va nella direzione diametralmente opposta. Con carrozze vecchie, i Vivalto, che sono i treni più nuovi hanno almeno 15 anni, con una composizione non allineata alle esigenze dell’utenza. Il problema dell’utenza è complesso, l’utenza che utilizza la bici è spinta da diverse scelte. Alcuni utilizzano una bici per scelta salutistica, altri per ridurre il numero di mezzi da utilizzare nel viaggio casa-lavoro, chi usa la bici come mezzo di lavoro e infine chi utilizza la bici come mezzo per viaggi turistici o spirituali. Il problema grosso deriva dalle persone che lavorano per aziende di consegna. Questi schiavi (pagati 3€ a consegna) rientrano in massa con i treni della tarda sera. Basta viaggiare su un treno della sera tarda con il popolo dei ‘Bikers’ per rendersi conto della situazione. Questi lavoratori scendono in moltissimi tra Parona Lomellina e Mortara. Durante il viaggio il passaggio tra le carrozze è parzialmente o totalmente ostruito, rendendo difficoltoso il passaggio tra uno scompartimento e l’altro, spesso anche la discesa dal treno diventa problematica. Non dimentichiamo che i ‘Bikers’ sono per la maggior parte dei lavoratori sfruttati. In conclusione, si ha il timore che questo divieto di portare le bici a bordo treno porterà a moltissimi disagi e tensioni tra i pendolari. Ancora una volta Trenord non perde l’occasione per mostrare il suo sguardo miope al futuro e alle esigenze reali dell’utenza”. E.G.

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