ABBIATEGRASSO – Sarebbe stato bello che il clamore mediatico del fine settimana fosse stato per una festa condivisa e apprezzata da tutti, com’è stato per il Giro d’Italia di cui saremo sempre orgogliosi, quando Abbiategrasso è stata citata come buon esempio per accoglienza e organizzazione. Ma non è stato così, Abbiategrasso si è guadagnata molto spazio sui media, non solo nelle pagine regionali e locali ma, come sul “Corriere della Sera” di sabato, nel nazionale. Ha fatto davvero molto scalpore e ha suscitato indignazione la concessione, la prima, di uno spazio pubblico a un’organizzazione politica come Lealtà Azione, considerata da molti “in odore di fascismo” e quindi borderline secondo la Costituzione Italiana. Abbiategrasso da venerdì è risultata blindata, percorsa da camionette di Polizia e Carabinieri, una presenza massiccia, agenti della Digos compresi. Venerdì pomeriggio nel centro storico è iniziato, come annunciato dal Comitato Antifascista a cui hanno aderito oltre all’Anpi molteplici associazioni di ogni genere oltre a 22 sindaci di un vasto territorio che hanno chiesto fino all’ultimo, invano, al sindaco Nai di revocare il permesso accordato all’utilizzo dello spazio pubblico della Fiera di via Ticino dove intanto gli attivisti di Lealtà Azione lavoravano per allestire gazebi e il palco dove ospitare i relatori della conferenza  alle 21 dal titolo: “Tra autonomia e sovranità”. Ritenendo che una diretta Fb possa essere un notevole contributo per i nostri lettori che possono o vogliono usufruire del mezzo informatico, oltre agli articoli cartacei, per avere un giudizio personale, abbiamo filmato quanto ci è stato permesso sia prima della conferenza che, finchè ha retto la batteria del telefono, gli interventi dei relatori. Abbiamo mostrato all’interno della Fiera i protagonisti, intervistati dai giornalisti Rai o di La 7, abbiamo registrato le loro voci, le loro dichiarazioni, mostrato i gadget, soprattutto magliette e libri in vendita. Le immagini della mostra fotografica che racconta l’impegno sociale dei volontari di Lealtà Azione, che abbiamo a volte inquadrato e a cui abbiamo rivolto domande, che hanno sempre risposto di non poter rilasciare interviste e di chiedere agli organizzatori. Ci è stato indicato un responsabile a cui ci siamo subito rivolti, che si è qualificato come avvocato di Lealtà Azione, che si sta occupando di eventuali querele da presentare per diffamazione a giornali e persone. Intanto, la minaccia di pioggia ha indotto gli organizzatori ad allestire in fretta e furia il palco all’interno del salone, smontando quanto preparato all’esterno. Mentre il salone si riempiva di gente, prendevano posto l’ass. regionale alla Sanità Giulio Gallera, accanto a lui Carlo Fidanza ex eurodeputato di Fratelli d’italia, al centro Riccardo Cosato di LealtàAzione con il moderatore Giannino della Frattina del quotidiano Il Giornale, seduto accanto all’on.Kor Iezz deputato Lega della prima ora ed il sen.William De Vecchis passato anch’esso con Salvini. Copiosi i ringraziamenti a Nai “che ha tenuto la schiena dritta” e che ha concesso lo spazio, altrettanto numerose le critiche ai contestatori. Riccardo Colato, responsabile politico di Lealtà Azione, ha precisato tra fragorosi applausi che “le nostre porte sono aperte, sono infondate le accuse di xenofobia e antisemitismo, anzi invito la sen. Segre ad ascoltare i nostri dibattiti e a conoscere le nostre iniziative, come quelle della distribuzione di alimenti a famiglie in difficoltà fatta a Milano da 150 ragazzi del movimento”. La sen. Segre non è stata citata a caso, la stessa infatti, sopravvissuta ai campi di sterminio, aveva presentato nei  giorni precedenti un’interrogazione al Ministro dell’Interno Matteo Salvini a cui chiedeva di impedire un raduno in cui vengono diffusi messaggi apologetici del fascismo. I relatori tutti, così come gli attivisti e simpatizzanti di destra, hanno motivato la loro presenza evocando la libertà d’espressione e la democrazia. Dall’altra, chi protestava, si indignava dello’sdoganamento’, con questa prima volta che legittima una forza politica che ritiene pericolosa a dir poco perché, anche se in maniera meno diretta, forgerebbe  dei giovani in base a ideali che in passato hanno portato alle tragedie che hanno ben conosciuto e patito ebrei e partigiani. Insomma una divisione netta, quando fascismo e comunismo sembravano superati da altre idee e colori. Mentre il nero prevaleva in Fiera, una maglietta rossa è diventata il dress code della protesta antifascista che ha riempito la piazza venerdì, fischiando e gridando ‘vergognati’  al sindaco Nai, e sabato, percorrendo il centro storico, tra bandiere per lo più dello stesso colore e canti. La presidente nazionale Anpi Carla Nespolo ha detto che in molte altre città d’Italia hanno aderito alla protesta indossando una maglietta rossa e che: “I partigiani  hanno difeso l’onore dell’Italia e noi contrasteremo sempre chi si rifà a quella ideologia. Non siamo partigiani ma i partigiani dei partigiani, e non per nostalgia ma perché il futuro non sarebbe giusto”. Intanto giungeva voce che in Fiera nel corso di un dibattito è stato citato e letto un discorso del Duce. Infine musica da entrambe le parti, in piazza Castello gli antifascisti e in Fiera dove si esibivano gruppi che però non è stato permesso ascoltare. Ai giornalisti è stato detto che “si trattava di una festa privata”, segnalazione subito riferita all’autorevole ass. Bottene, unico rappresentante dell’Amministrazione quasi sempre presente in entrambi i due giorni della manifestazione, che si è mostrato stupito perché, ha detto, “ i testi delle canzoni erano stati concordati preventivamente con avvocato e organizzatori”. Una festa diventata incomprensibilmente “privata” e vietata proprio durante il concerto per altro “concordato”, ha diffuso la percezione che ci fosse il timore che qualcosa potesse sfuggire al controllo nonostante il rigore militaresco e la disciplina che vige in Lealtà Azione. Una maggiore trasparenza e apertura, si dice, avrebbe indubbiamente giovato alla credibilità di chi ha invocato per due giorni libertà e democrazia. Tra “neri” e “rossi” anche una zona grigia, quella degli abbiatensi, incontrati per strada che chiedevano ignari, intimoriti e preoccupati dallo spiegamento di forze, cosa stesse succedendo. E.G.