ABBIATEGRASSO – Il 14 gennaio 2017 il Consiglio dei Ministri ha dato il primo via libera alla riforma dell’esame di Stato proposta dal Miur, se le modifiche resteranno quelle previste, dal 2019 l’esame di quinta superiore si svolgerà in modo molto diverso da quello attuale. Tra i vari cambiamenti (prevista l’abolizione della terza prova), anche l’eliminazione delle tesine: l’orale, cioè la fase finale dell’esame, cambierà un po’: “accerterà il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacità argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attività svolte in alternanza”. Il colloquio darà quindi rilevanza all’esperienza di alternanza Scuola-Lavoro che diventerà un requisito necessario per accedere all’esame. C’è chi però a malincuore direbbe addio alle tesine e anzi fa un appello affinché non vengano eliminate. “Dalle aule scolastiche mentre procedono gli esami di maturità vorrei fare un appello al nuovo ministro della Pubblica Istruzione, non elimini le ‘tesine’ dal colloquio, non lo faccia, sarebbe assurdo e contrario alla logica di un esame a conclusione di un percorso di studi superiori! – è quanto sostiene il prof. Gianni Mereghetti, docente di storia e filosofia al liceo scientifico Bachelet di Abbiategrasso – Non lo faccia, signor ministro, le tesine che studenti e studentesse hanno preparato portano dentro il meccanismo degli esami qualcosa di nuovo e originale, una ricchezza umana e culturale di cui loro fanno esperienza e di cui si fanno carico comunicandola agli insegnanti. Sentendo e apprezzando criticità e creatività degli studenti e delle studentesse mentre espongono il loro percorso mi appare sempre più sciagurata l’idea di togliere questa possibilità espressiva, questa occasione che ragazzi e ragazze hanno di parlare di sè.
E’ quello delle tesine il punto di forza dell’esame, unico momento in cui emerge l’originalità dei giovani. Per cui fermi il processo che è stato messo in atto per togliere le tesine. Anzi le suggerisco di fare il contrario, di centrare il colloquio sulle tesine. Infatti un esame di stato non deve verificare ciò che già è stato verificato, ripetere interrogazioni già fatte, un esame di stato deve valorizzare chi sui banchi di scuola ha imparato ad usare la ragione.
Questo mi viene da gridare facendo come commissario gli esami di stato: FERMI LA MANO DI CHI VUOL CANCELLARE LE ‘TESINE’!”.