MAGENTA – Ancora un episodio di violenza alle donne, in questo caso una tragedia sfiorata.
Ricordiamo che solo tre settimane fa, sempre a Magenta, un uomo di origine ucraina aveva
picchiato la sua compagna e cambiato la serratura della porta di casa mentre la donna era al pronto
soccorso; qualche giorno dopo un altro caso: un uomo di 42 anni era stato arrestato per stalker
perché pedinava e minacciava l’ex fidanzata, una magentina di 37 anni. Ma quello che è accaduto
sabato sera, 5 novembre, ha sfiorato davvero la tragedia. Una donna di 41 anni ha chiamato i
Carabinieri dopo che il suo ex compagno, 44enne disoccupato, si era letteralmente attaccato al
citofono di casa sua. Erano le 21.30 circa. La donna fortunatamente non ha desistito, non ha aperto
la porta e ha avvertito le forze dell’ordine chiedendo aiuto. Nelle vicinanze dell’abitazione c’era una
pattuglia dei Carabinieri di Bareggio che sono subito arrivati sul posto. L’uomo suonava con
insistenza chiedendole di scendere per chiarimenti e contemporaneamente tempestava la donna di
sms al cellulare con insulti e minacce di morte. I militari, dopo aver fermato e perquisito il 44enne
che tentava di allontanarsi, hanno fatto una scoperta sconcertante. Nella tasca interna del giubbotto,
l’uomo nascondeva un flacone da un litro di acido muriatico, senza tappo, e un coltello a
serramanico. Il 44enne ha ammesso le sue terribili intenzioni, cioè di colpire l’ex convivente e il suo
nuovo compagno. La donna ha rischiato così di essere per sempre sfigurata al volto dall’uomo con
cui aveva avuto una relazione dal 2009 fino allo scorso gennaio e che non ne aveva accettato la fine.
L’uomo voleva ritornare con lei, l’aveva presa di mira molestandola da mesi, con pesanti minacce e
pedinamenti. Episodi che la vittima non ha mai segnalato alle forze dell’ordine fino a qualche
giorno prima quando la 41enne aveva sporto denuncia perché le aveva alzato le mani addosso,
dandole schiaffi e pugni. Un’escalation di violenza che sarebbe culminata atrocemente sabato sera
se la donna avesse accettato di vederlo. Il 44enne è finito in carcere con l’accusa di atti persecutori.
Una vicenda terribile che può far da monito ad altre donne, vittime di persecuzioni e minacce.
L’invito è di segnalare sempre alle forze dell’ordine, non accettare mai “ultimi” incontri
chiarificatori, non fidarsi mai di chi già in passato è stato violento nelle azioni, nei gesti, nei
comportamenti e nelle parole. Potrebbero rifarlo e con maggiore aggressività, è un rischio che non
vale la pena correre. (Foto d’archivio).