ABBIATEGRASSO – Il mercato è un luogo simbolo, è lo specchio in ogni luogo del mondo della cultura, dello stile di vita di un Paese, di cosa si coltiva e di cosa si consuma. Compratori e venditori interagiscono in un continuo scambio di denaro con beni di ogni genere. Colori, profumi e sapori caratterizzano ogni mercato ma il comune denominatore è essere punto di riferimento per ogni comunità, per l’approvvigionamento di merci, per scambi e come luogo di socializzazione per eccellenza. Ad Abbiategrasso i tre mercati settimanali sono un’attrazione anche per gli abitanti del Comuni limitrofi, in particolare per le realtà che possono contare su pochi negozi, ma il mercato è vitale per l’intera città e soprattutto per il centro storico, da sempre particolarmente frequentato proprio di martedì, venerdì e sabato. Questa settimana diamo voce ai principali protagonisti senza i quali non ci sarebbe il mercato, gli ambulanti. Una categoria nomade che si sposta ogni giorno, che si alza all’alba e parte con un furgone o altro mezzo di trasporto per raggiungere la meta, posizionare sullo stallo assegnato in una piazza o una strada la bancarella e allestirla come una vetrina, in attesa dei clienti fidelizzati e di casuali passanti, invogliati dalla merce proposta. Per “fotografare” questo periodo, conoscere le loro difficoltà e cogliere eventuali segnali positivi parliamo con alcuni ambulanti del mercato di martedì 16 giugno. Vanni Bigi è il titolare ed erede di una bancarella di abbigliamento storica, presente dal 1952, personalmente ha iniziato a lavorarci nell’82, parliamo di come sta andando dopo la riapertura. “Confesso che pensavo peggio, invece la gente è tornata a frequentare il mercato, dopo 3 mesi di reclusione ha voglia di uscire e anche di acquistare. Un problema per noi ora è l’approvvigionamento della merce, infatti i magazzini che hanno dovuto ritirare l’invenduto della primavera, sono stati molto cauti nel rifornirsi. Noi non seguiamo le collezioni stagionali con ordini anticipati, acquistiamo di volta in volta in base al venduto. Per più di 2 mesi non abbiamo avuto introiti, i generi alimentari di prima necessità hanno in parte sopperito con le consegne a domicilio, non gli altri settori. Il 2 giugno, quando abbiamo riaperto il mercato al completo e senza contingentamento, forse perché era anche un giorno di festa, c’è stato un afflusso straordinario ma eravamo pronti ad accogliere il pubblico con gel e prodotti per l’igiene secondo i protocolli e l’Associazione Confcommercio ci ha fornito i cartelli per informare la clientela sui comportamenti da tenere”. Gabriele Baraldo, che vende biancheria per la casa e fa parte del Consiglio direttivo dell’Associazione, afferma: “Abbiamo ricominciato osservando tutte le direttive, seguendo le regole. Il mio settore merceologico ha potuto tornare il 18 maggio, dopo circa 70 giorni di chiusura forzata, anzi noi abbiamo chiuso una settimana prima, spontaneamente, visto che il nostro lavoro si svolge all’aperto mentre le direttive sanitarie imponevano di stare in casa. La riapertura è stata positiva, ammetto che ero pessimista ma la clientela è tornata, forse anche perché ora essere all’aperto e considerata la condizione più favorevole rispetto ai luoghi chiusi come i supermercati. Giustamente bar e negozi chiedono più spazi all’aperto, il mercato lo è da sempre ed è un punto di aggregazione che dà vita a tutto il centro storico, dove spero rimanga sempre anche perché più facilmente raggiungibile da tutti. Noi ambulanti chiediamo di partecipare alle scelte che ci riguardano e di essere sempre preventivamente informati”. Galli abbigliamento invita a usare il gel e i guanti ‘da frutta’ a disposizione a chi è interessato a toccare la merce. C’è anche un sanificatore con luce led “per sanificare i vestiti – spiega la titolare – che vengono provati o cambiati. Speriamo che a settembre la situazione torni come prima del virus…” Mimmo che vende frutta e verdura racconta: “Siamo stati a casa 2 settimane in più. Quando il mercato è tornato ma con ingresso contingentato e solo per gli alimentari, ho aspettato a ripresentarmi. Non ho fatto consegne a domicilio, sono fuori zona, vengo da Rozzano e avevo paura di dover buttare la merce se invenduta, avevo già sofferto economicamente, io ho 5 bambini e devo stare attento a non sprecare nulla. Adesso sono più sollevato, sta andando abbastanza bene ma temo l’estate se la gente va in ferie e i clienti diminuiscono…ho sentito diverse persone dire che hanno già prenotato, speriamo che la situazione torni a normalizzarsi”. Al banco della macelleria Colombo dichiarano che “la ripresa sta andando bene, le persone si attengono alle regole e hanno comportamenti disciplinati. Le vendite erano in sofferenza quando il mercato era contingentato. La paura, anche dei clienti, è che ci vogliano tenere in questa situazione di ‘allerta’ per gestirci come vogliono… la speranza è che non si torni indietro”. Terminiamo con una considerazione di Tiziana Losa, presidente Confcommercio:”Dopo due mesi di chiusura forzata che ha avuto, e avrà, effetti anche molto gravi sulle imprese del nostro settore, la voglia di tornare alla normalità è un’esigenza primaria. Il mercato, elemento di animazione urbana, luogo d’incontro e spazio di socializzazione, è parte integrante per l’economia della città e genera una ricaduta positiva anche per le attività commerciali di vicinato. Se vive il commercio ambulante vive anche la città, i frequentatori arrivano dai paesi limitrofi animando il nostro centro e Il beneficio economico per il commercio locale è un aspetto da non sottovalutare”. Enrica Galeazzi