ABBIATEGRASSO – Nel primo pomeriggio vengo chiamata dal consigliere Serra che mi invita a recarmi in corso S.Pietro dove mi aspetta Maurizio per raccontarmi la sua storia. Serra è infermiere, Maurizio l’ha riconosciuto perché è stato recentemente ricoverato al Cantù. Trovo Maurizio con una copia dell’Eco, seduto sulla panchina accanto all’edicola. Ieri suo fratello, costretto dalla moglie e dai figli ce l’ha portato e abbandonato. Maurizio si racconta: ha 63 anni , ha grossi problemi di salute. “ Peso 150 kg., ho lavorato per oltre 30 anni in un salumificio poi non riuscivo più a stare in piedi 12 ore, non ho mai bevuto alcol né fumato, ho problemi circolatori. Ho vissuto per 2 anni alla Masseria, sono di Bestazzo, frazione di Cisliano. La famiglia di mio fratello mi ha proposto  di andare ad abitare con loro, per accogliermi  hanno chiesto e ottenuto dall’Aler una casa più grande ma dopo pochi giorni in cui mentre mio fratello era al lavoro venivo insultato e maltrattato, mi hanno buttato fuori casa. Sono stato ricoverato al Cantù, mi hanno dimesso il 22 agosto assegnandomi l’assistenza domiciliare 2 volte la settimana per medicazioni e 3 per l’igiene. Davo fastidio alla cognata e alla nipote , mio fratello è stato costretto a portarmi qui. Mi ha messo su questa panchina accanto a una fontanella d’acqua ma io sto prendendo ancora l’antibiotico, ho il catetere e domanio dovrebbe venire  a Bestazzo l’infermiere dal Golgi per rifare le medicazioni ma non mi troverà… Non so come fare.” Il gonfiore agli arti è aumentato, le garze che sbucano dai pantaloni sono sporche e circondate da mosche. Una situazione inaccettabile, Serra interpella il presidente del Consiglio comunale Tagliabue che a sua volta chiede al sindaco Nai di avvisare il sindaco Durè  del comune di residenza di Maurizio. Si mobilitano anche Laura del  vicino Centro d’ascolto, si cerca una soluzione perché Maurizio che oggi ha mangiato un panino sulla panchina dove ha dormito e che si è rassegnato a considerare ‘casa’, non passi più nemmeno un’altra notte all’aperto. Si decide che la soluzione migliore è chiamare un’ambulanza  e far sì che venga trattato adeguatamente dal punto di vista sanitario, mentre si cerca una sistemazione diognitosa e sicura per lui. Maurizio sorride tra le lacrime, l’ambulanza lo trasporterà all’ospedale di Abbiategrasso dove gli abbiamo promesso che non lo lasciamo solo. Maurizio ha bisogno del sostegno di quante più persone possibile, non abbandoniamolo! Enrica Galeazzi