ABBIATEGRASSO – La videointervista in diretta Facebook dell’Eco della Città a Marco Scotti, a cui abbiamo dato modo di spiegare la proposta accennata durante la Commissione consiliare il 30 luglio scorso in Castello, ha suscitato molteplici reazioni. Vista da alcune migliaia di persone sui social, condivisa e commentata, l’intervista ha suscitato reazioni anche da parte di colleghi che, senza citare la fonte, ovvero il nostro giornale, hanno ripreso l’intervento di Scotti, diventato il principale argomento di prima pagina e delle seguenti, del numero in edicola venerdì 7 settembre. Marco Scotti ci ha contattati dicendosi sorpreso “soprattutto per le dichiarazioni del sindaco Nai che ad altri giornalisti avrebbe dichiarato che non crede a Babbo Natale, che sarei io, mettendo in dubbio che quanto da me dichiarato, la cessione gratuita di 20.000 mq di terreno da parte della società San Carlo, di cui sono uno degli 8 soci, non sia un regalo ma celi un interesse, alludendo alla richiesta di edificare un terreno attiguo. Tengo a chiarire che tale richiesta inoltrata tempo fa aveva ricevuto risposta negativa e non c’entra nulla con la proposta presentata in Comune recentemente  a proposito della piscina che, ribadisco, chiede come unica contropartita di diminuire, non aumentare, l’indice edificatorio di un terreno non adiacente ma sul lato opposto della strada dove c’è lo stadio. Una richiesta che, l’ho detto credo chiaramente nella videointervista, correggerebbe un errore urbanistico che risale alla giunta Albetti e da allora contestata, visto che la presenza della ferrovia e dell’oleodotto nelle vicinanze rendono assurdo questo permesso a edificare oltre 300 appartamenti. Cosa ci guadagniamo quindi noi della società San Carlo? Di pagare, come qualcuno ha scritto, 8 mila euro l’anno di Imu invece di 15? Cosa ci guadagnerebbe il Comune con la donazione di 20.000 mq di terreno? Come ho già detto, i terreni di proprietà comunale vengono venduti intorno ai 100 euro al mq che equivarrebbero a 2.000.000 di euro se anche fosse la metà sarebbero 1 milione di euro, noi soci invece risparmieremmo1.000 euro o poco più a testa, un grosso affare per noi… Non ci riteniamo Babbo Natale ma ci piacerebbe che la città avesse un centro sportivo efficiente che comprenda anche una piscina adeguata a tutte le esigenze. Mi hanno fatto sorridere gli attacchi alla mia persona e alla vecchia piscina che, ripeto, ho giusto inaugurato quando sono stato eletto e nominato assessore. Ci tengo a distinguere peraltro la mia posizione di cittadino da quella dell’imprenditore, come cittadino ho commentato quelle che ritengo criticità importanti del progetto che l’Amministrazione vuole realizzare, cominciando dalle dimensioni di questa piscina profonda 130 cm, a sole 6 corsie, che ritengo inadeguata per una città di 33.000 abitanti e alle sue diversificate esigenze. Contestabile anche la metodologia dell’assegnazione che sempre più, può  sembrare, una trattativa privata mascherata, per la mancanza di competitività, idee e costi. Per non parlare del prodotto finanziario su cui regge l’operazione che prevede un tasso di interesse eurobor variabile al 4,16%, assolutamente fuori mercato e conseguente al fatto che all’interno della compagine che propone l’opera vi è una banca che, in questo caso, non ha concorrenti. Sono ancora in attesa di risposta a quanto chiesto durante la Commissione, l’Iva è recuperabile oppure no da parte del Comune? Se così non fosse il 22% di 7 milioni e mezzo aggiungerebbe al costo finale un ulteriore milione e 650.000 euro. Se fosse stata affidata ad Amaga sarebbe stato sicuramente possibile il recupero Iva. E sono certo che il presidente, mio omonimo, Andrea Scotti, avrebbe trattato e ottenuto un tasso inferiore e di mercato. Per di più, l’immobile che vogliono abbattere ha un valore intrinseco e può essere riconvertito ad uso pubblico, ricordo che ad Abbiategrasso non c’è una palestra pubblica e che, per esempio, la squadra di pallacanestro si deve allenare e giocare a Ozzero. Oppure la vecchia Anna Frank si può alienare e, seppure in queste condizioni, ricavare almeno 500.000 euro invece di spendere per abbatterla. Non ultima tra le criticità, la geolocalizzazione e uno spazio che non permette nessun ulteriore sviluppo e non permette certo un vero e proprio parco acquatico esterno, vedi realtà limitrofe a Vigevano, Magenta, Cilavegna… Mi  conforta che queste mie considerazioni siano considerate di buon senso e vengano condivise  da moltissimi concittadini”. Enrica Galeazzi