ABBIATEGRASSO – Sabato mattina la città di Abbiategrasso ha reso omaggio ad Angelo Scaglia, tra le 17 vittime della strage di piazza Fontana. Il sindaco con altri rappresentanti istituzionali, assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza, le associazioni d’Arma, Bersaglieri, Alpini, Anpi , con diversi cittadini si sono stretti attorno ai familiari dell’agricoltore abbiatense Angelo Scaglia, ferito a morte dallo scoppio della bomba del 12 dicembre 1969 nella Banca Nazionale dell’Agricoltura dove si trovava per lavoro e sopravvissuto solo per altri 12 giorni. Il gonfalone del Comune di Abbiategrasso era presente alla commemorazione che si è tenuta a Milano, come ha raccontato il sindaco Nai che ha rammentato gli anni tragici che sono seguiti a partire proprio da quel 12 dicembre. Una stagione tragica a cui l’Italia e Milano in primis hanno saputo reagire. E a 10 anni dalla posa del monumento in fondo a via San Francesco d’Assisi, voluto dalla famiglia, a 50 anni dalla strage ordita da esponenti di estrema destra rimasti impuniti, la comunità abbiatense ha voluto con una breve cerimonia, riunirsi intorno alla statua bronzea che ricorda Angelo Scaglia, un agricoltore, padre di 11 figli, presenti in gran parte con i propri figli e nipoti, tra di loro Giuseppe, di cui abbiamo pubblicato l’intervista sul numero scorso dell’Eco. Dopo gli interventi delle autorità civili e religiose, dopo il minuto di silenzio carico di emozione mentre risuonavano tristi le note del ‘Silenzio’ di una tromba, le parole inaspettate, semplici e più che mai toccanti della figlia Giuseppina , sono state l’omaggio più sentito ad Angelo Scaglia: “Mio padre, un agricoltore che seminava il grano e ha seminato il bene. Avrebbe continuato a seminare il bene di cui abbiamo tanto bisogno tutti…” E.G.