ABBIATEGRASSO – La richiesta più sentita e più urgente è quella di effettuare tamponi, innanzitutto  agli ospiti nelle case di riposo, al personale sanitario ma anche a tutta la popolazione per verificare chi è infetto, prendersi cura di lui il prima possibile evitando un tardivo, inutile ricovero, isolarlo e impedire che contagi altri. Ma i tamponi non ci sono per tutti, vengono centellinati. Alla Casa di Riposo di strada Cassinetta per esempio ne servono 150, ne sono arrivati solo 20, di questi 20 gli ospiti risultati positivi sono 17, per lo più asintomatici, non è difficile ipotizzare che siano molti di più ma, senza il riscontro del tampone, la situazione reale non si conosce e quindi è da considerare particolarmente a rischio. Anche in vista della possibile, necessaria, improcrastinabile apertura (forse) il 4 maggio, senza certificare chi può riprendere il lavoro e chi necessita ancora di isolamento, perché non si fanno tutti i tamponi necessari, significa rischiare nuovi focolai, nuovi contagiati, altra  sofferenza e dolore. Dai medici di base si sono levate molte voci già dall’inizio della pandemia, per denunciare le poche armi a disposizione, solo tachipirina e la colpevole mancanza di dispositivi per tutelare sé stessi e i pazienti. Si dice ancora oggi che i tamponi non si possono fare perché mancano i reagenti ma mentre si scopre che i laboratori sono pronti e aspettano l’ok da Regioni e Istituto Superiore della Sanità, in Veneto sono stati fatti a gran parte della popolazione. Il governatore Zaia, consigliato dal virologo Crisanti, ha utilizzato l’autonomia regionale in campo sanitario e ha scelto di investire parecchio per finanziare la fabbricazione dei test e, grazie a scelte mirate e di buon senso, ha contenuto il contagio anche dentro ospedali e case di riposo. In attesa di ripartire, mentre ci si barcamena confusi dal fuoco incrociato di accuse e polemiche da e verso il governo, in attesa di decisioni certe e di un piano si spera finalmente chiaro, utile, di buon senso, Tamponi e Distanziamento rimangono le parole d’ordine. E.G.