Sono nato in cascina da famiglia di contadini da tante generazioni, ho lavorato nei campi fino a vent’anni e mio padre e mio zio sono stati coltivatori diretti fino a pochi anni fa. Anch’io, come tanti nell’abbiatense, conosco le coltivazioni, l’allevamento e so distinguere le buone pratiche agricole da quelle meno buone per averle frequentate per una vita, anche perchè solo di questo mangiavamo. E conosco la fatica di uomini e animali per ricavare reddito… ( la terra è stata soprattutto fatica e ancora adesso la vita è più difficile in campagna che in città). Il mio duraturo interesse per la qualità della produzione del cibo mi ha portato a seguire con attenzione il convegno sul quale vorrei fare alcune considerazioni in merito alle critiche che vengono rivolte alla locale condotta di Slow Food. In America ci sono i Mormoni, in Lombardia i No Tang che poi in Piemonte si chiamano no Tav, ma sono sempre gli stessi e sono molto pericolosi. Soprattutto per la democrazia. Costoro infatti che sono solo uno sparuto gruppo di ambientalisti che si sono aggregati per difendere soprattutto i loro interessi contrastando l’interesse generale, adesso si permettono di pontificare su tutto e su tutti. Nel convegno che si è tenuto ad Abbiategrasso gli esperti di alimentazione che sono intervenuti non hanno affatto sparato a zero contro il biologico, hanno solo fatto notare che come in tutte le cose anche la produzione del biologico presenta alcune problematiche che hanno bisogno di una soluzione. Ma tant’è, per costoro chi non condivide al cento per cento il loro pensiero è da mettere al rogo. Purtroppo per loro Stalin è morto e ci possono “purgare” solo con la Manite. Ma non ci possono uccidere. Chiedono però alla direzione di Slow Food di intervenire nei nostri confronti. Sicuramente auspicano che la condotta di Abbiategrasso- Magenta venga chiusa definitivamente. Devo dire però che in questo loro sono assolutamente coerenti infatti hanno sempre contestato Slow Food tacciandolo per un movimento di crapuloni che pensano solo a mangiare e bere, addirittura arrivando a contestare lo stesso Petrini in piazza a Cassinetta di Lugagnano. Adesso lo vorrebbero invece dalla loro parte nelle vesti di angelo vendicatore contro gli “infedeli” che si permettono di criticare il biologico. Io penso che noi dobbiamo smetterla di preoccuparci di quello che dicono queste persone accanite nella difesa dei loro punti di vista, che molto spesso coincidono con i loro interessi, senza mai un dubbio che le cose possano migliorare nel mondo anche con altre idee diverse dalle loro; è il metodo scientifico che non vogliono accettare. Noi (intendo i soci di Slow Food) ci dobbiamo confrontare con tutti sostenendo le nostre tesi, ma non possiamo discutere con chi ripete all’infinito il solito ritornello e non ascolta le ragioni degli altri. E poi se sono così bravi perché non si iscrivono a Slow Food e fanno una battaglia all’interno. Sono poveri? Non possono spendere i soldi della tessera? A giudicare dai Suv sui quali viaggiano gran parte dei nostri ambientalisti non si direbbe. Adolfo Lazzaroni della Condotta Slow Food di Abbiategrasso-Magenta