ABBIATEGRASSO – Marco Ceriani il 9 febbraio 2015 aveva aperto la porta di casa in via Battisti a Loris Salvatore Cardoville, 25enne siciliano, che aveva risposto a una sua esplicita richiesta in chat di un incontro sessuale. Marco Ceriani non aveva nascosto nulla, né il suo precario stato di salute, compreso l’essere sieropositivo, né la sua omosessualità, lo hanno provato gli inquirenti che hanno recuperato i suoi scritti in rete. I legali di Cardoville invece hanno sostenuto, davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Pavia, che il loro assistito si è presentato a casa di Ceriani solo per praticargli un massaggio, non per derubarlo come invece è accaduto. Dopo il delitto infatti Cardoville aveva sottratto alcuni oggetti, orologi e cellulari oltre al computer che sono stati ritrovati nella casa di Alba Adriatica dove si era rifugiato, ospite di un amico transessuale. Secondo l’accusa il movente del delitto è da considerarsi la rapina e per questo aveva chiesto l’ergastolo, la difesa ha invece argomentato che il delitto debba essere considerato un omicidio colposo e non volontario, in quanto il giovane avrebbe colpito il sessantenne con una bottiglia in testa per difendersi da un assalto sessuale, la vittima sarebbe morta per asfissia perché, dopo il colpo in testa, caduta a faccia in giù sul cuscino e non perché gli sarebbe stato premuto il cuscino sul volto. La pena di 22 anni di reclusione è stata più lieve perché non è stata riconosciuta all’omicida l’aggravante di aver ucciso per rapinare. Loris Cardoville era stato immortalato dalle telecamere mentre entrava e poi mentre usciva dall’abitazione di Ceriani, le sue impronte sul luogo del delitto, gli oggetti della vittima che aveva con sé hanno dimostrato la sua colpevolezza. L’ipotesi della legittima difesa non ha retto e una severa condanna è stata inevitabile. E.G.