GAGGIANO – Sabato 14 dicembre 2019, alle ore 21, a Gaggiano, presso la Sala consiliare del Municipio, in via Roma 36, verrà presentato il volume “La Piva natalizia tra Milano e il Ticino”, di Aurelio Citelli e Giuliano Grasso, edito dall’Associazione culturale Barabàn, primo studio su una delle più antiche tradizioni natalizie ancora vive in Lombardia. Dopo i saluti istituzionali di Sergio Perfetti, sindaco di Gaggiano, e Sabina Gatto, assessora alla Cultura, gli autori racconteranno il percorso di ricerca intrapreso nella zona dell’Abbiatense e del Magentino e mostreranno qualche spezzone video contenuto nel DVD “Musiche, riti e suoni d’inverno” allegato al libro. Avviata nel 1982, la ricerca in questi anni non si è fermata. Citelli e Grasso, etnografi e musicisti dell’ensemble Barabàn, hanno approfondito le indagini per tratteggiare i contorni di un fenomeno che costituisce un importante tassello della musica popolare italiana e vive, talora in modo vivace e dinamico, a dispetto delle mode e delle mutazioni culturali.  Rito invernale fra i più antichi del nord Italia, la Piva non è solo la colonna sonora del Natale ma è soprattutto un momento di incontro tra Banda e comunità, una manifestazione che ogni anno mobilita nell’Abbiatense, Magentino e Castanese centinaia di suonatori con sax, clarini e bassi tuba.  Una tradizione radicata che ha indotto l’Associazione culturale Barabàn, di Gaggiano, ad indagare a fondo sulle sue origini e raccontarla nel volume “La Piva natalizia tra Milano e il Ticino”, un’opera densa di rimandi storici, interviste, fotografie, spartiti musicali, filmati e brani musicali (nel DVD allegato) fra i quali spiccano due interessanti documenti sonori registrati a Gaggiano nel 1982, e un’elaborazione elettronica della Pastorale di Gaggiano, risalente a fine Ottocento, conservata nell’archivio del Corpo Musicale gaggianese in forma di manoscritto, opera del bandista e infaticabile copiatore Lodovico Sandretti. Un incrocio fra tecnologia digitale e memorie musicali dell’Ottocento, fra passato e presente.

Ed è sulla Pastorale di Gaggiano che si sofferma a lungo Citelli raccontando di aver ritrovato al Conservatorio “G. Verdi” di Milano la versione originale del brano, per organo, composta nel 1870 da Giovanni Camozzi. Un ritrovamento importante perché la partitura, ispirata alle musiche pastorali, è la prova della connessione fra arie eseguite dai suonatori di cornamuse, pive e zampogne, musiche organistiche e brani suonati dai bandìn. E’ la dimostrazione che l’origine della Piva risale alle questue ottocentesche per la Novena compiute da pivari e zampognari del Nord e del Centro-Sud Italia. Sono Bruno Busi, Luigi Fradegradi, Ferruccio Migliavacca, Giuseppe Nidasio, Cesarina Nidasio, bandisti gaggianesi intervistati nel 1983, a raccontare come la Piva di Gaggiano fosse tradizionalmente effettuata di notte, con i suonatori di clarinetto, tromba, genis, bombardino e basso tuba che portavano la musica di corte in corte. Narrano di notti fredde, strumenti gelati, soste in case e osterie per riscaldarsi e far scongelare gli strumenti, della Piva di mezzanotte in Piazza della Chiesa. Al giro itinerante partecipavano solo i suonatori più capaci ed esperti, quelli in grado di suonare senza spartito, Pozzi, Fradegradi, Zacchetti. E sarà un nipote di quest’ultimo, Giuseppe Caffulli, già musicante e presidente del Corpo Musicale di Gaggiano 1854, a raccontare dal vivo, la sera del 14 dicembre, qualche aneddoto sulle Pive a cui ha partecipato. Una narrazione viva che si incrocerà con le testimonianze dei vecchi bandisti gaggianesi raccolte nelle pagine del volume e con le musiche che un bandìn del Corpo musicale gaggianese (nella foto) regalerà ai presenti.

Un libro di tradizioni natalizie, musiche e memorie, ricco di documenti da portare nel futuro come uno dei patrimoni culturali più antichi di questo territorio. Un volume da mettere sotto l’albero di Natale e da leggere durante le feste. Alberto Rovelli