ABBIATEGRASSO – Intervista all’imprenditore Umberto Cereghini di Assolombarda. Lo avevamo preannunciato in un articolo a settembre, riprendendo la notizia resa ufficiale a giugno dell’accordo tra il Polo logistico integrato di Mortara e lo Changijiu Group, società cinese quotata alla Borsa di Shangai per il collegamento di 2 treni settimanali con container di merci che in 18 giorni percorreranno 10.800 km da Chengdu a Mortara. Un accordo tra Cina e Unione Europea, confermato a Gentiloni dal presidente cinese Jinping, il viaggio in treno permette di risparmiare 2/3 del tempo rispetto alla nave e costi dimezzati rispetto al trasporto aereo. Un progetto importantissimo per l’economia italiana. Martedì scorso, 28 novembre, il primo treno carico di merci Made in Italy e diretto in Cina è partito, a Milano si è tenuta in questi giorni la conferenza “Belt and road initiative” nella sede di Assolombarda a cui ha partecipato il presidente di Bank of China, Chen Siqing, che ha dichiarato la nuova ‘via della seta’ evocando Marco Polo “una strada segnata da ricchezza e occasioni infinite”, di cui il treno merci è un primo assaggio, la Cina ha grande disponibilità di capitali che intende investire in Italia. Nello stesso articolo di settembre riportavamo alcune domande ritenute ‘obbligatorie’, ad esempio chiedevamo: “Come si farà a smistare e trasportare questa enorme quantità di merci da e verso Mortara? Certo non con i droni o per lo meno non ancora. Rimangono la ferrovia e le strade. La linea Milano-Mortara, già disastrata per il trasporto passeggeri, da tempo ha cancellato il trasporto merci. Molte merci inoltre viaggiano su gomma e senza una nuova strada cosa sarebbe l’attuale vigevanese? Il nuovo ponte di Vigevano in costruzione avanzata per permettere di raddoppiare i binari della ferrovia sul vecchio ponte (lo scambio con la Cina è un motivo in più per finanziare e accelerare il raddoppio), quando sarà ultimato dovrà ospitare oltre all’attuale traffico, ai mezzi con le merci anche i prevedibili numerosi pullman sostitutivi durante i lavori per il raddoppio dei binari, intasando all’inverosimile l’unica strada esistente se non ce ne sarà un’altra. Nessuno vuole sacrificare inutilmente altro suolo ma delle scelte di buon senso si impongono”. Ora chiediamo a Umberto Cereghini, imprenditore di Robecco sul Naviglio e presidente Assolombarda dell’abbiatense-magentino, cosa ne pensa.
“Italia e Cina sono più vicine, e tutti i nuovi mercati dell’Est di riferimento di conseguenza. Quello che fino a poco tempo fa sembrava un progetto da lasciare nel cassetto dei sogni oggi è invece realtà. Con l’inaugurazione del treno che da Mortara porterà merci del nostro paese verso l’Oriente si apre una nuova pagina della logistica e del commercio internazionale e, cosa ancor più bella, è che ciò avviene nei nostri territori. Il polo logistico di Mortara è destinato a stretto giro a raddoppiare gli addetti e questo non è che il primo passo verso uno sviluppo che per giro di affari ed occupazione si configura come una delle più grosse occasioni che il nostro paese abbia avuto negli ultimi anni. Proprio nei giorni scorsi si è tenuto un convegno in Assolombarda in cui il Presidente Carlo Bonomi ha sottolineato il fatto che l’interscambio commerciale dell’Italia con la Cina nel corso del 2016 ha superato i 38 miliardi di euro e di questi ben 15 legati ad attività produttive lombarde. I numeri del 2017 saranno senz’altro migliori e già le prime proiezioni confermano questo andamento. A questo punto la logistica che si svilupperà necessita più che mai del completamento della Vigevano – Malpensa con il tratto mancante che va appunto da Vigevano a Magenta per innestarsi da qui con la già esistente SS 336dir. Troppe parole sono state spese in questi anni, troppo tempo è stato perso e tanti sono i soldi dei contribuenti utilizzati per la progettualità di questo collegamento. Adesso bisogna chiudere il cerchio, senza se e senza ma, con il coraggio che spesso manca ai nostri politici che dovrebbero essere più degli statisti che non degli inseguitori di facili consensi. Questa infrastruttura è fondamentale e propedeutica per stabilizzare la ripresa economica in atto e che deve imperativamente coinvolgere anche i nostri territori. Siamo già in ritardo, di decenni probabilmente, ma il gioco al massacro a cui abbiamo assistito nel corso degli ultimi lustri fra opposti schieramenti ha sinora portato esclusivamente la fuga di imprese dal magentino-abbiatense e smorzato sul nascere alcune opportunità sul territorio della provincia pavese. E’ finito il tempo dei veti incrociati, perché poi le lamentele più grandi a cui si deve far fronte sono quelle legate alla disoccupazione, sono quelle per cui le persone sono costrette a rinunciare ad una parte della loro vita per trascorrere ore in macchina per i tragitti casa–lavoro e viceversa. In un periodo in cui Malpensa sta vivendo una fase di sviluppo a doppia cifra percentuale sia in termini di merci movimentate che di passeggeri, è semplicemente folle rinunciare all’opportunità che ci viene offerta, che occorre sfruttare e che è destinata sin nel breve periodo ad incrementare il benessere di questa porzione di Lombardia che è stata probabilmente la più colpita dalla crisi di questi ultimi anni. Abbiamo urgente bisogno di ritrovare competitività e attrattività territoriale, dobbiamo agganciare con ogni mezzo possibile quella ripresa che, come accennato in precedenza, si è palesata da pochi mesi e che deve consentire una nuova era per le sfide commerciali alle quali siamo chiamati a gran voce… perché il ‘Made in Italy’ continua ed esercitare la sua forza su tutti i mercati e non può essere abbandonato da politiche pervase da interessi personali. Leggere mozioni davvero scriteriate come quella recentemente avanzata dalla Città Metropolitana rappresenta ancora una volta uno spaccato da Prima Repubblica a cui il nostro Paese e le persone che vi abitano (e che pagano le tasse) non possono più tollerare! Pensare allo stralcio e al definitivo abbandono di questo progetto significa insultare e umiliare tutti coloro che, nonostante i tanti ostacoli che il fare impresa trova in questo paese, continuano a perseguire le loro attività con progettualità ammirevole e con consensi che i mercati non mancano di conferire. Perseguire la via degli interessi personali sbandierando presunte criticità significa ancora una volta ignorare le richieste e le esigenze di un territorio che ha diritto di credere a nuove opportunità per sé e per i propri figli e nipoti. Non possiamo più tollerare che i soldi dei contribuenti vengano sperperati buttando alle ortiche progetti costati fior di quattrini delle casse pubbliche erariali solo per inseguire degli ideali prettamente bucolici ma che nulla possono portare in termini di ricchezza a queste zone che da ormai troppo tempo assomigliano a degli avamposti di frontiera pur facendo parte a tutti gli effetti della Città Metropolitana stessa. I Comuni interessati da quest’opera si sono già espressi chiaramente in merito e proprio coloro che si proclamo democratici dovrebbero accettare quello che la maggioranza di un territorio esprime. La Città Metropolitana ha ben altri problemi di cui occuparsi e ben altro per cui lamentarsi: concentri quindi in quelle direzioni le proprie risorse, ma non perda più tempo nella demonizzazione di un’opera della cui manutenzione non dovrà neppure occuparsi stante il recente conferimento alla Regione di tutte le attività collegate e connesse al mantenimento in efficienza del sistema infrastrutturale lombardo. Questa strada va fatta subito. Senza se e senza ma! I vantaggi non tarderanno ad arrivare… per tutti, anche per coloro che oggi si mostrano dubbiosi e contrari”. Enrica Galeazzi