ABBIATEGRASSO – In tanti si sono presentati venerdì al banchetto che, davanti all’ospedale, raccoglieva ulteriori firme da parte di chi ancora non era riuscito a farlo, per chiedere di rivedere il Piano previsto per l’ospedale Cantù. Un piano, il POAS, presentato ai sindaci e agli operatori sanitari, un documento di 43 pagine che dedica poche righe all’ospedale di Abbiategrasso, che risulta subalterno a Magenta e in cui vengono confermati piede diabetico, oculistica e interventi ortopedici minori. Del P.S. non si parla neanche più, come se già non esistesse di notte e anche di giorno. Un piano giudicato inaccettabile dalla maggior parte dei cittadini che negli ultimi 7 anni hanno visto sorgere uno dopo l’altro i tre nuovi blocchi. Un P.S. finalmente adeguato, 4 sale operatorie di ultima generazione tra le migliori in Lombardia, a cui si sono aggiunte altre eccellenze quali un ecografo e pochi mesi fa l’inaugurazione in pompa magna di una radiologia con apparecchiature di cui sono state decantate l’innovazione tecnologica e prestazioni altamente superiori. Il tutto è costato oltre 30 milioni di euro di soldi dei contribuenti, risorse importanti per uno dei servizi più importanti, quello che riguarda la salute. Quindi un investimento e un servizio importante da salvaguardare. Il Movimento per i Diritti del Cittadino Malato mesi fa, quando già girava voce di un possibile depotenziamento, ha iniziato una raccolta firme e durante un’assemblea pubblica in cui il direttore generale Lombardo era stato invitato a informare sul futuro dell’ospedale Cantù, gli è stata portata un’urna con 9.653 firme che però non sono bastate a smuovere politici e amministratori prima della presentazione del documento programmatico che ha addirittura superato le aspettative più negative. Nel frattempo, il Movimento del Malato si è ulteriormente attivato, contattando i sindaci di Trezzano, di Ozzero, di Morimondo, di altri comuni dell’abbiatense, continuando la raccolta firme, per far sentire sempre più forte la voce della gente che chiede di rivedere scelte incomprensibili e inaccettabili. Lo hanno chiesto e ribadito gli oltre 300 che venerdì si sono presentati al banchetto di fronte all’ospedale, hanno chiesto cosa possono fare, hanno chiesto di continuare a lottare perché il destino del Cantù non sia quello prefigurato in quelle poche righe del Poas, molti hanno suggerito di chiamare il Gabibbo per denunciare quello che viene considerato uno scandalo. Sono arrivati anche rappresentanti di diverse forze politiche, a parte i 5 Stelle che hanno abbandonato il presidio perché non è stata esaudita la loro richiesta di esporre le loro bandiere, tutti gli altri hanno ribadito la volontà di condividere e pretendere che vengano mantenuti tutti i reparti che esistono e funzionano e che venga potenziato l’organico. Erano presenti oltre al sindaco Arrara anche i sindaci di Noviglio, di Gaggiano, di Rosate. Quest’ultimo, Daniele del Ben, ha dichiarato: “L’ospedale di Abbiategrasso è centrale per il nostro territorio, facile da raggiungere, servito da trasporto pubblico e importante anche per le specialità dedicate ai nostri anziani”. Mentre cresce la preoccupazione per il futuro del “Cantù”, cresce anche l’interesse e la partecipazione, la mobilitazione popolare è fondamentale per salvare l’ospedale che… può salvarci la vita. (Foto Studio Sally). E.G.