L'eco della città

La lettera dei familiari del 58enne morto in ambulanza

Caro Direttore, sembra proprio che dobbiamo accettare il fatto che il nostro Pronto Soccorso sia stato definitivamente chiuso. In una cittadina di 33.000 abitanti, con un Ospedale storicizzato e inserito nel territorio è perlomeno una scelta discutibile. Da più parti ci è stato comunicato che piuttosto di avere un’assistenza di prima linea di serie B è meglio non averla e puntare ad un servizio più puntuale ed efficiente nelle vicinanze (Magenta). Poi ti succede quello che abbiamo vissuto lunedì 6 marzo, nel cuore della notte, e qualche domanda te la fai, eccome. Si tratta di mio cognato che ha chiamato perché non stava bene alle ore 03.40; dopo circa 10 minuti eravamo da lui e, vista la situazione, abbiamo chiamato il 118 che ha prontamente risposto (al telefono). Peccato che l’ambulanza è arrivata dopo più di 30 minuti, in un tempo che mi è sembrato infinito, mentre cercavamo di assisterlo, da non addetti ai lavori. Alle 04.30 è stato caricato in ambulanza e portato all’Ospedale di Magenta, con noi fiduciosi al seguito con i consueti effetti personali in una borsa. Alle ore 05.00 ci hanno comunicato che Ivano (58 anni) era deceduto per una crisi cardiorespiratoria in ambulanza. Adesso a distanza di qualche giorno, ci domandiamo se quei 40 lunghissimi minuti siano “un intervallo di tempo ragionevole” per salvare una vita, magari nel caso di una persona meno compromessa di mio cognato. E’ lecito attendere 30 minuti più il tempo per arrivare a Magenta, per sperare di salvare una persona? Davamo per scontato che un’ambulanza fosse sempre pronta ad Abbiategrasso, almeno per prestare il primissimo soccorso, per poi correre verso Magenta. Invece la realtà è diversa e preoccupante ed abbiamo pensato di “lavare i panni in piazza” per generare una discussione e provocare una reazione a questa grave carenza. In qualità di cittadini è nostro diritto avere un servizio minimo che tempestivamente possa intervenire in caso di emergenza sanitaria. Non sono questi i temi da inserire in un progetto strategico per la città? Non è lecito attendersi un miglioramento, dopo aver osservato la nostra ridente città toccare il fondo e perdere progressivamente tutti i servizi? Parlare di visione e di progettualità a medio termine, sembra fuori luogo al cospetto di una classe politica modesta e che non ci rappresenta. Con amarezza salutiamo e ringraziamo in anticipo. Donatella e Roberto Aosani, Abbiategrasso

 

Exit mobile version