ABBIATEGRASSO – Domenica pomeriggio attorno alle 18 ci siamo recati alla Fiera di Abbiategrasso per assistere all’ “incontro sulla nostra famiglia” e seguire il concerto organizzato da Lealtà Azione. Sorprendentemente e in contrasto con quanto ci era stato riferito ed assicurato da organizzazione e Comune, siamo stati bloccati all’ingresso, dicendo che l’incontro, dopo l’apertura e la disponibilità del sabato, era organizzato in forma privata, quindi non aperto alla stampa.
Dopo qualche minuto di contrattazione e richiesta di spiegazioni siamo stati raggiunti dall’avvocato di Lealtà Azione, che ci ha ribadito il concetto che gli organizzatori avevano dato mandato di non far entrare nessuno estraneo all’associazione. Avendo notato che liberi cittadini, non dichiaratamente aderenti al gruppo, venivano comunque lasciati passare, abbiamo insistito manifestando la nostra sorpresa e disappunto per non poter svolgere il nostro lavoro; dopo la nostra insistenza siamo stati raggiunti da alcuni organizzatori che ci hanno ribadito la scelta di rendere privato l’incontro e quindi impedito, seppur gentilmente, l’ingresso. Poco dopo è sopraggiunto l’assessore Bottene, che ha parlato con gli organizzatori, ci è stato proposto un compromesso che ha permesso a noi giornalisti di partecipare all’ultima parte dell’incontro sulla famiglia, ma una volta terminato ci è stato detto che saremmo comunque dovuti uscire. Alle 18.40 abbiamo avuto accesso all’incontro, abbiamo potuto quindi offrire il nostro servizio di informazione, ascoltando il presidente Stefano Del Miglio e il giornalista Guido Giraudo, da sempre vicino al movimento. Abbiamo potuto riprendere gli interventi e trasmetterli in diretta, troverete il video sulla pagina Facebook dell’Eco della Città. Terminato l’incontro sulla famiglia, ci è stato chiesto di interrompere le riprese e come da accordi abbiamo abbandonato la fiera, lasciando i partecipanti liberi di godersi il concerto in tranquillità e serenità, serenità che si riteneva evidentemente che l’informazione avrebbe in qualche modo ‘disturbato’. Quanto descritto si è svolto comunque in modo civile, l’iniziale divieto ci è stato comunicato in ritardo ma con cortesia, quello che ci ha lasciato comunque dubbiosi è stata la scelta, sicuramente non distensiva, di vietarci la partecipazione, inizialmente definita aperta nella sua totalità poi vietando il concerto; anche perché in seguito alle polemiche sulle band e su alcuni pezzi delle stesse, ci era stato assicurato dall’avvocato che i testi erano stati controllati ed approvati, ci aspettavamo quindi che sarebbero state smentite le accuse di antisemitismo e fascismo alzate contro l’evento, ma in questo modo è stato impedito alla stampa di dimostrarlo e data ancora più forza alle accuse rivolte all’iniziativa di Lealtà Azione. Luca Cianflone