ABBIATEGRASSO – Il 23 dicembre, dopo il Consiglio Comunale del 21, l’opposizione ha convocato i giornalisti in via Grandi, sul luogo dove (vedi il video della diretta Fb dell’Eco della città) si assiste a un andirivieni di grossi camion che scaricano montagne di terra che incessantemente viene spianata da ruspe su quello che risulta essere, secondo il progetto di Essedue, un previsto parcheggio del centro commerciale.
I 9 consiglieri delle forze di opposizione presenti, rappresentati dal collega e avv. Alberto Fossati, hanno evidenziato che “si tratta di veri e propri lavori, con la realizzazione di un terrapieno, non quindi un deposito temporaneo come il cartello, comparso il giorno dopo il Consiglio, indica. Un cartello per altro non conforme alle norme”. E’ stata anche riferita la richiesta di accesso agli atti, presentata il 16/12 per gli opportuni necessari riscontri.
Prima di capodanno, allo scadere dei termini, all’opposizione sono arrivati documenti e risposte, chiediamo al cons. Fossati che cos’è emerso, risponde: “Il Comune ha autorizzato il deposito intermedio e temporaneo di 49000 mc di terra. Questa terra proviene da un cantiere di proprietà della Tigros, che lo è anche dell’area abbiatense Ats2. Arpa ha verificato che quella terra non conteneva materiale di riporto. Invece così non è, com’ è facilmente verificabile sul posto. Per il Comune nella sua risposta, largamente immotivata e fondata su evidenti errate rappresentazioni di fatto e diritto, sarebbe tutto in regola.
Così non è perché: in primo luogo è stato effettuato un grande lavoro di riempimento e di compattamento del terreno, innalzandone la quota naturale di oltre un mt, depositando sulla superficie di migliaia di mq acciottolato, secondo la tecnica tipica dei sottofondi per opere stradali e parcheggi. Questo intervento per la normativa edilizia è una nuova opera che necessita di titolo edilizio e paesaggistico. Questa è anche l’opinione della Corte di Cassazione penale. Sempre per la normativa edilizia, un’opera non necessita di titolo se è temporanea ma non può avere durata superiore a 6 mesi.
Nel nostro caso è indicato un anno, perciò il deposito andava e va comunque soggetto a titolo edilizio e paesistico, come ricorda Arpa nel documento inviato al Comune. Quindi il Comune erra nell’affermare che non vi è stata trasformazione del territorio. Infatti, afferma, ma non spiega. Arpa si è limitata all’analisi dei materiali, non compete a lei il potere edilizio, che è solo del Comune. Soltanto ad Abbiategrasso si possono modificare migliaia di mq di territorio e dire che non vi è stata trasformazione edilizia dello stesso? Da ultimo due altre annotazioni sulla risposta comunale.
La prima: nella stessa si dice che la normativa sull’utilizzo dei materiali da scavo, il deposito intermedio, quale sarebbe quello abbiatense, non costituisce utilizzo definitivo. Domanda: che cosa sono le migliaia di mq compattati dalle ruspe e ricoperti da materiale di riporto? Se si trattasse di un vero deposito intermedio, perché viene lavorato e steso in corrispondenza del progettato parcheggio al servizio del futuro supermercato? La seconda: per il Comune il cartello di cantiere affisso sulla recinzione sarebbe regolare. Esso riporta soltanto il numero di una autorizzazione e di una dichiarazione. Sempre la normativa sull’ uso delle terre da scavo, dpr 120 del 2017, all’art. 5, comma 1, lettera e) stabilisce che su apposita segnaletica devono essere riportati i dati del produttore del materiale, la sua provenienza e quantità. Nulla di tutto ciò è riportato sul cartello. A fronte di questo stato di cose, la denuncia alla Procura della Repubblica è una strada obbligata”. E.G.