ABBIATEGRASSO – Il 25 e il 26 marzo,  presso il  Castello Visconteo di Abbiategrasso, nei sotterranei, sarà allestita la mostra: Una storia per Kandinsky, rielaborazioni di quadri del maestro eseguite dagli alunni delle classi seconde, quarte e quinte della Scuola Primaria di viale Serafino dell’Uomo. La mostra è la conclusione di un progetto di scuola che è stato suddiviso in momenti diversi: Laboratorio di semplici attività grafiche per arrivare alla presentazione dei quadri del maestro Kandinsky. Presentazione del linguaggio specifico di Kandinsky. Lettura del libro “Io sono un cavallo” di Bernard Friot e GeK Tessaro. Ascolto dei Carmina Burana con la realizzazione di colorate produzioni su tessuti bianchi, legate alle emozioni e sensazioni suscitate dalle musiche e dai canti. (L’arte musicale e l’arte espressiva, seppure diverse, si fondono e diventano un’unica forma d’arte perché per Kandinsky la musica diventa segno grafico e il suono degli strumenti diventa colore… ). Realizzazione dell’opera scelta con materiali diversi utilizzando un linguaggio polimaterico. La storia  “Io sono un cavallo”,  scritta da Bernard Friot e illustrata da Jek Tessaro,  accompagnerà la mostra come se il pittore fosse “Il cavaliere errante in viaggio verso l’astrazione”  (titolo della mostra attualmente al Mudec di Milano), è stata scelta per tre motivi: perchè ironica, spiazzante e i personaggi, pur essendo buffi, lanciano messaggi di libertà, creatività e anticonformismo. “Non è vietato sognare!” “E io sono un cavallo!”, esclama il cammello nell’ultima pagina. Essere diversi è un arricchimento, quindi ognuno può essere ciò che vuole ed essere se stessi è la conquista più preziosa. E’ il messaggio che viene ribadito nella storia,  infatti al fianco del cammello-cavallo compare una guardia altrettanto poco convenzionale, una signora guardia, nel vero senso della parola; perché Kandinsky racconta: “Mi piaceva enormemente cavalcare. Per accontentarmi, il nostro cocchiere mi foggiava a guisa di cavallo bastoni sottili da cui ritagliava strisce di corteccia a spirale. (…) Quando mia zia giocava insieme a me con i cavallini, avevamo entrambi una preferenza spiccata per un cavallo color Isabella macchiato di ocra (…) Ancora oggi la mia passione per i cavalli di quel pelame non è scemata e provo sempre lo stesso piacere a vederne uno che ritorna tutti gli anni nelle vie di Monaco… Sveglia il sole che vi è in me… E’ immortale. Lo conosco da quindici anni e  non diventa mai vecchio. E’ una delle prime impressioni, la più intensa da quando mi sono fermato a Monaco. Me ne stavo a seguirlo con lo sguardo e una promessa inconscia, ma piena di sole vibrava nel mio cuore. Trasformava il cavallino di piombo della mia infanzia in una creatura viva, collegando così Monaco con i miei primi anni di vita”. Infine perché il cavallo col suo cavaliere comparirà spesso nella pittura di Vassily  Kandinsky che vedeva il rapporto cavallo-cavaliere come una simbiosi perfetta: “Il cavallo trascina l’artista con forza e velocità, ma il cavaliere guida il cavallo. Il talento trascina l’artista, ma l’artista conduce il suo talento”. Responsabile del progetto artistico e dell’allestimento della mostra finale: Re Maria Luisa. Responsabile organizzativo e contatti sul territorio: Daghetta Maria. Una mostra da non perdere!