VERMEZZO – In occasione del voto del prossimo 30 settembre in merito alla fusione dei comuni di Vermezzo
e Zelo Surrigone e alle polemiche e critiche dell’opposizione abbiamo intervistato l’assessore al bilancio del
comune di Vermezzo, Paolo Giussani
L’opposizione “Viviamo Vermezzo” critica la vostra scelta di proporre la fusione dei due comuni… “La
fusione era prevista nel nostro programma alle elezioni, anzi, faceva parte anche del programma
dell’opposizione… Il loro ‘no’ è una scelta politica, un no alla giunta e al suo sindaco.
Se passasse il ‘sì’, sarebbe un successo di Cipullo e del nostro gruppo, non credevano l’avremmo proposta
concretamente”.
Con la vittoria del “sì” il sindaco attuale potrebbe ricandidarsi nonostante abbia fatto già due mandati?
“Sì, sarebbe considerato in tutto un nuovo Comune; è questo il problema dell’opposizione. Le dico la verità,
non conosciamo ancora la volontà di Cipullo, non ci siamo posti il problema e non abbiamo proposto la
fusione per questa motivazione.
Comunque sarebbero i cittadini a dover scegliere il futuro sindaco, il problema quindi non riguarderebbe
l’opposizione, sarebbero liberi di fare la loro campagna elettorale”.
La controparte però solleva dubbi su più aspetti della fusione, ad esempio la presunta variabilità dei
finanziamenti statali, circa 500 mila euro, giusto?
“Ecco questa è una accusa non corretta; l’opposizione ci dice che la legge che per 10 anni ci garantirebbe
questi soldi potrebbe cambiare… Non è un discorso sensato, qualsiasi legge potrebbe cambiare, un
amministratore deve fare i conti con le leggi attuali e in vigore. Da quello che è successo in questi anni
comunque risulta il contrario, i soldi a disposizione di questi comuni sono aumentati.
Ci dicono che un comune in difficoltà non risolve i problemi con 500 mila euro, be’ io dico che aiuterebbero
sicuramente”.
Un’altra accusa è quella di non aver paragonato seriamente i due bilanci e valutato gli impegni economici
presi dai due comuni.
“I due bilanci sono stati messi a confronto, oltre che dalle due maggioranze, dal consulente revisore dei
conti, dott. Pellizzer. I due bilanci sono compatibili e l’indebitamento di entrambi i comuni è minimo,
ampliamente sotto i margini”.
Si dice che il fatto di ridurre da 20 a 13 consiglieri sia un risparmio irrisorio, come risponde?
“E’ vero, passando da 20 a 13 consiglieri in un bilancio di 5 milioni il risparmio è poco, ma è il gesto e
l’impegno che conta. Come per i parlamentari italiani…”
Siete stati accusati di aver gestito male la transizione, carenza di personale e di aver “ricattato “ i
cittadini di Zelo escludendoli da alcuni servizi per spingerli a votare “sì”, che ne pensa?
“Non è assolutamente un ricatto, purtroppo ce lo impone il bilancio. Terminata l’Unione alcuni servizi dei
quali prima potevamo farci carico, e dividere, sono andati a gravare sul bilancio di Vermezzo, non siamo un
comune di riviera, purtroppo non siamo stati e non siamo in grado di garantirli a chi non sia cittadino
vermezzese. Per quanto riguarda il personale, c’è stato il blocco imposto dallo Stato…
Altre sono state scelte, i cittadini valuteranno”.
Il 30 settembre si voterà, come saranno le modalità?
“Allora: i cittadini avranno due schede, una per votare ‘sì’ o ‘no’ alla fusione, e la seconda per scegliere il
nome del nuovo comune, alla quale naturalmente potrà votare anche chi dovesse votare ‘no’ alla fusione.
Ci saranno 5 possibili nuovi nomi e se ne dovrà indicare uno, queste le possibilità:
VERMEZZO con ZELO; ZELO con VERMEZZO; VERMEZZO SURRIGONE; VERMEZZELO; VERMEZZO con ZELO
SURRIGONE. Ricordo inoltre che non è previsto il raggiungimento del quorum, quindi in entrambi i comuni,
distintamente, vincerà chi prenderà più voti. Per partire con la fusione in entrambi i comuni dovrà aver
vinto il ‘sì’. In caso vincesse il ‘sì’ in primavera 2019 si andrebbe ad elezioni, nel caso in cui vincesse il ‘no’,
non cambierebbe nulla e a voi rimarrebbero più di due anni di mandato.
Avete fatto dei sondaggi? Che sensazioni e speranze avete?
“Allora sondaggi veri e propri no. La mia speranza e sensazione è che vinca il ‘sì’, considero questa una
grande occasione per i due comuni, sia per le sovvenzioni ma soprattutto per i risparmi e il peso politico che
avrebbe un comune più grande. I motivi per votare ‘no’ possono essere due, uno legittimo, cioè di chi
magari è nato, cresciuto ed attaccato al proprio paese, e un altro meno legittimo, cioè un voto politico di
contrapposizione ai due sindaci, in questo caso per scelte politiche personali si andrebbe a sfavorire lo
sviluppo dei due comuni”. Luca Cianflone