ABBIATEGRASSO – Incontrato casualmente in coda al supermercato, un’intervista improvvisata, in attesa di fare la spesa. Un’intervista particolare tra persone che precedevano e seguivano. La prima richiesta all’assessore al Bilancio e al Commercio è stata una sua considerazione sull’attuale situazione in città. L’ass. Bottene ha risposto: “E’ una situazione difficile senza dubbio, come prima cosa abbiamo posticipato il pagamento delle tasse comunali. Il mondo si è fermato, Abbiategrasso non è da meno, ci sono ripercussioni a livello globale”. Il Comune ha risparmiato su alcuni servizi sospesi, vedi la mensa per le scuole, come pensate di usare queste risorse? “E’ vero che su alcuni servizi – afferma l’assessore – stiamo risparmiando ma rimangono molti costi fissi e mancano entrate, per esempio dai parcheggi che abbiamo reso gratuiti, o le entrate dagli accertamenti della Polizia Locale. Dobbiamo fare bene i conti e rivedere esattamente gli effetti bilancio”. Lei è anche assessore al Commercio, con quale criterio avete deciso di distribuire i 173.000 arrivati dal governo? “Sul tema dei buoni spesa e dei generi alimentari si sta occupando in particolare l’ass. Petrali ai Servizi Sociali che ha deciso di affidare a Bennati la distribuzione di questi beni. L’azienda commerciale è stata ritenuta idonea in quanto questa procedura è più veloce rispetto ad altre alternative vedi carte prepagate. L’azienda ha il vantaggio di effettuare consegne a domicilio ma soprattutto è in grado di far fronte alla richiesta di qualsiasi prodotto. Su questi beni è stato espressamente richiesto che vengano privilegiati i produttori locali, ove possibile, beni come l’olio devono necessariamente essere acquistati altrove”. Come avviene la distribuzione? “Le persone che hanno fatto richiesta dei buoni spesa e sono state accreditate presso Bennati possono chiedere la consegna della spesa, secondo l’importo assegnato, da 200 a 600 euro. Ritengo che il passo successivo debba essere il coinvolgimento del maggior numero possibile di esercizi locali presenti sul territorio del tessuto commerciale locale per garantire la maggiore offerta possibile per chi decide di utilizzare questi buoni”. Quali strategie pensa di mettere in campo per la fase 2, quella della riapertura, si spera non lontana? “Con il Comitato Operativo Comunale ci stiamo lavorando, certo non è semplice, ho contattato anche le banche per quanto riguarda finanziamenti e mutui. Mutui il cui pagamento a volte non risulta sospeso per chi era già in difficoltà e i finanziamenti promessi dal governo, vedi i 25.000 euro, in realtà vengono solo anticipati, poi devi pagarci gli interessi. In una banca mi hanno assicurato che la richiesta del finanziamento è complessa e che risulta più veloce e facile presentare richieste nel modo tradizionale”. Lei è anche presidente della Consulta intercomunale dei trasporti, se tra non molto ripartiranno la maggior parte delle attività, anche se sarà graduale, visto che sono vietati gli assembramenti, pensa di chiedere più corse per esempio per la linea Mi-Mo? “Dobbiamo – risponde Bottene – ripensare a tutto, affronteremo i problemi via via che si presentano…” E a proposito di mascherine che siamo obbligati a portare, cos’avete deciso per la loro distribuzione? “Sono arrivate 8.000 mascherine che sono in distribuzione presso farmacie e negozi…” Le persone in coda commentano, c’è chi dice di averne avute 3 in una farmacia in periferia e 2 in una del centro storico, nessuno le ha chiesto nome e cognome, numero dei familiari o altro, è chiaro che se la popolazione abbiatense supera i 30.000 abitanti, 8.000 mascherine sono pochissime visto che il governatore Fontana le ha rese obbligatorie prima che fossero disponibili in commercio. Viene ricordato all’ass. Bottene che in altri Comuni sono state consegnate gratuitamente ad ogni nucleo familiare o recapitate nelle cassette postali. L’assessore replica che “si tratta di Comuni piccoli con un numero molto inferiore di abitanti ma stiamo vagliando anche questa possibilità con le prossime in arrivo”, le persone intorno lo invitano a richiederne e a procurarne in numero sufficiente e a iniziare a estendere tamponi e test a tutti gli operatori sanitari e alla maggior parte della popolazione. Enrica Galeazzi