Il Pronto Soccorso di Abbiategrasso deve rimanere operativo. Questa è la volontà della cittadinanza, come dimostrano le 9.563 firme raccolte in poche settimane contro la chiusura notturna di questa struttura pubblica storica e punto di riferimento per il territorio (207 kmq e 85 mila abitanti). Al di là di questo dato (l’unico veramente significativo a nostro avviso) nella calda serata di giovedì 30 giugno al Castello si è parlato del nulla.
I relatori-politici Angelo Capelli (consigliere regionale di maggioranza) e Sara Valmaggi (consigliera regionale di minoranza) e il direttore generale dell’Asst Milano Ovest Massimo Lombardo hanno sviscerato numeri a favore di una riorganizzazione sanitaria regionale insostenibile. Per oltre due ore i tre relatori non hanno fatto altro che cercare di indottrinare il pubblico in sala cercando di spacciare per positiva una riforma che di fatto taglia i servizi alla persona. In tutto questo depotenziamento del sistema sanitario pubblico (che ricadrà inevitabilmente sul Cantù), si fa sempre più grande l’affare per i privati, che vengono indirettamente incentivati da questo riassetto. Ciò dimostra che la riforma Maroni non è altro che un segno di continuità con la strada già tracciata dal suo predecessore in Regione Formigoni.
Ma i problemi della nostra sanità sono ben altri e ben lontani dall’essere risolti da questa riorganizzazione: dalla mancanza di infermieri, ai troppi amministrativi, alle troppe commissioni proposte nella nuova legge sanitaria regionale.
La sanità è un diritto universale che va garantito a tutti ed è fondamentale che la riorganizzazione veda la partecipazione diretta degli enti locali e dei cittadini, ultimo ostacolo a chi vuole rendere la sanità sempre meno democratica e sempre più autoreferenziale e in mano all’economia.
Abbiategrasso Bene Comune