La settimana scorsa ho segnalato su questo giornale le possibili confusioni che possono nascere dall’iniziativa, promossa dal locale Gruppo Alpini, a proposito del conferimento di una medaglia ai discendenti dei cittadini abbiatensi morti nella Grande Guerra. Siccome le situazioni prospettate da me possono essere sembrate solo ipotetiche, ecco qualche esempio concreto. Per individuare i Caduti interessati dalla medaglia si è utilizzato l’elenco che compare sotto la voce “Abbiategrasso” nell’opera: “Albo d’Oro degli Italiani Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918”, redatto col criterio del luogo di nascita: si tratta di 210 nominativi. Nel corso degli anni Renzo Sgarella, con ricerche d’archivio, ha appurato che i Caduti abbiatensi furono invece 228. Ma non si tratta solo (“solo” si fa per dire) di 18 Caduti in più, come vedremo. Ecco un primo esempio di confusione. Nell’Albo d’Oro compare questo nominativo: “Soldato Carlo Milani, nato il 24 luglio 1896”. Nel foglio matricolare di questo Caduto, conservato presso l’Archivio di Stato di Milano, si legge: “Figlio di Enrico e Pezzo Rosa, nato il 24 luglio 1896 a Castelletto di Abbiategrasso, alto 1,80, lentiggini al volto, contadino, sa leggere e scrivere, residente a Gaggiano, chiamato alle armi il 14 dicembre 1915, assegnato al secondo reggimento Granatieri, prima compagnia, il 12 giugno 1916 in territorio dichiarato zona di guerra, morto in combattimento l’8 agosto 1916 a Monte S. Michele per grave ferita da scheggia di granata alla testa come da relazione del tenente Giovanni Rosi Bernardini”. Il Milani era un cittadino gaggianese e tuttavia i suoi discendenti potranno ritirare la medaglia degli Alpini come se il loro antenato fosse stato un nostro concittadino. Con la medaglia, i discendenti riceveranno anche il libro di Sgarella con l’elenco dei Caduti abbiatensi, edito dal Comune, in cui però, correttamente, il nome del loro caro non compare; nel loro caso potranno tuttavia consolarsi vedendo che il nome di Milani compare in un libro sui Caduti gaggianesi che Paolo Migliavacca e Lorenzo Papetti stanno pubblicando (le notizie biografiche sul soldato mi sono state cortesemente segnalate da loro). Meno male che a Gaggiano non sono previste medaglie e tuttavia un po’ di imbarazzante confusione c’è. Ma si può fare anche un esempio opposto, quello dell’abbiatense Alfredo Bianchi, del quale Sgarella scrive: “Soldato del 26° reggimento fanteria, nato il 1° giugno 1898 a Cisliano, distretto militare di Monza, morto il 26 luglio 1917 sul Carso per ferite riportate in combattimento”. Una sua fotografia è sulla tomba di famiglia nel nostro cimitero. Ma, benché cittadino abbiatense, non essendo nato nella nostra città egli non compare nell’Albo d’Oro alla voce “Abbiategrasso” e quindi per lui la medaglia non ci sarà. Un’ultima considerazione, la più sconcertante. S’è detto che, secondo l’Albo d’Oro, i caduti abbiatensi (più correttamente: nati ad Abbiategrasso) sono 210, mentre secondo le ricerche di Sgarella i caduti abbiatensi, anche se magari nati altrove ma poi anagraficamente residenti nella nostra città, sono 228. La differenza però, già grave perché dietro ai numeri ci sono vite umane, non sta solo in quel “18 in più”. Dei 210 nominativi, 74 sono nella condizione di Milani e infatti il loro nome non compare nel Sacrario del nostro cimitero, quindi gli abbiatensi non solo nati ma anche effettivamente residenti in Abbiategrasso, destinatari della medaglia, si riducono a 136. Poiché Sgarella elenca 228 caduti abbiatensi, la differenza è 92. La conclusione è: ci saranno 74 medaglie per caduti non abbiatensi come il Milani e non ce ne saranno per 92 caduti abbiatensi come il Bianchi. Novantadue, coi loro nomi incisi nel Sacrario al cimitero. Eppure i loro discendenti non sono stati invitati pubblicamente, tramite la stampa locale, a ritirare la medaglia. Mi ripeto: credo che si dovrà trovare una soluzione per questa situazione pirandelliana. Sicuramente Assoarma si sentirà chiamata a fare la sua parte. La tutela del patrimonio comunitario, di cui anche i Caduti fanno parte, spetta al governo civico: il sindaco Nai, del quale ho apprezzato in più occasioni la sensibilità storica, sicuramente troverà il modo di consegnare le medaglie insieme al libro di Sgarella evitando contraddizioni indecorose per la memoria dei nostri Caduti. Ad esempio, consegnando la medaglia ai discendenti sia dei 228 che dei 74, cioè i Caduti sia abbiatensi per cittadinanza sia nativi di Abbiategrasso residenti altrove. Sgarella si dice assolutamente d’accordo con questa proposta e credo che lo possano essere anche gli Alpini, visto lo spirito della loro iniziativa. Mario Comincini