ABBIATEGRASSO – La scorsa settimana ho pubblicato una notizia di cronaca, la tragedia di Gaspare Allegra, 36enne precipitato e morto in montagna, mentre era con il fratello su un sentiero scivoloso della Grigna. Il giovane avvocato si era trasferito dalla Sicilia ad Albairate e lavorava ad Abbiategrasso dove, amici e conoscenti che lo apprezzavano, hanno espresso addolorati il loro cordoglio. Pur sapendo della sua parentela con un superlatitante di mafia, ho scelto di non citarla e per questo nei giorni successivi mi sono arrivate accuse di cattiva e incompleta informazione, mentre tutti i media ne stavano parlando. Rivendico tale scelta e la spiego. Proprio perché tutti ne hanno parlato è accaduto che il dramma della morte del ragazzo è passato in secondo piano, e chi contestava la mia “omissione” si è allarmato per “l’arrivo della mafia ad Albairate, perché chi appartiene a una famiglia mafiosa lo è senz’altro”. Più che informazione ritengo che l’accostare l’infausto destino del ragazzo allo zio latitante, sia stata un’operazione mediatica per aumentare l’audience, informazione ripetuta e rafforzata con il passare dei giorni. La notizia infatti è stata più volte ripresa anche dai quotidiani, con dovizia di particolari sulla sua famiglia e con la decisione di effettuare l’autopsia sul corpo della vittima, per accertare “le esatte cause del decesso”. Il feretro, che si trovava presso la Casa funeraria di Robecco sul Naviglio, non ha potuto quindi essere trasferito in Sicilia per la tumulazione, perché si metteva in dubbio la caduta accidentale e si prendevano in considerazioni ipotesi delittuose. Ma non è ancora tutto, il funerale dovrà essere privato, riservato ai parenti più stretti, i suoi amici e concittadini non potranno rendergli omaggio perché sarebbe inteso, si teme, come un omaggio alla mafia. Non c’è pace per questo ragazzo, morto a soli 36 anni, che non conoscevo ma per cui provo tanta pena. Nessuno sceglie dove e in che famiglia nascere. I genitori sono il nostro primo esempio e modello, siamo legati da affetto reciproco, ne siamo orgogliosi, crescendo cogliamo anche i lati negativi e cerchiamo di distinguerci, di seguire un proprio percorso, pur continuando a sentire quel legame familiare che, volenti o no, è per sempre. Quanti genitori e quanti figli si rammaricano dei comportamenti dei propri congiunti? Quanto interferisce nella loro vita? Quanta sofferenza comporta? Certo se si ha la fortuna di essere figli di… un Agnelli, di un Totti, di Morandi, di un qualsiasi personaggio famoso e stimato, ti predispone, anche senza meriti, alla benevolenza. Cosa ne sappiamo della fatica di Gaspare per guadagnarsi una vita “normale”? Gaspare Allegra merita il cordoglio che si è guadagnato come professionista e l’affetto degli amici, ma merita anche il rispetto di quanti non l’hanno conosciuto e per questo non lo possono giudicare e che invito umanamente a dispiacersi per la morte prematura e drammatica di un ragazzo. E’ cronaca che venerdì 26 è stato eseguito l’esame autoptico che ha confermato la morte accidentale, per trauma cranico. Ahimè non gli è stato risparmiato proprio nulla. Enrica Galeazzi