ABBIATEGRASSO – Alla prima assemblea del Comitato Popolare Intercomunale, nonostante il breve preavviso e altri concomitanti eventi, venerdì sera la sala del Castello visconteo si è riempita di cittadini che hanno a cuore le sorti dell’ospedale Cantù, da 138 anni riferimento principale per la loro salute. Presenti anche diversi sindaci, oltre a Nai, il presidente Marelli di Morimondo, Del Ben di Rosate, Cipullo di Vermezzo con Zelo, Perfetti di Gaggiano, Crivellin di Albairate e altri rappresentanti istituzionali. Il Comitato, presentato e organizzato in primis da componenti della Consulta comunale, Marina Baietta, Enrica Galeazzi, Donato Bandecchi, Barbara De Angeli, Domenico Finiguerra, è stato sollecitato dai cittadini del territorio per ‘alzare ulteriormente la voce’ e preparare una mobilitazione per pretendere che gli impegni presi in Regione con una delibera che ha deciso il ripotenziamento e la riapertura notturna del P.S. vengano rispettati. Tutti sono quindi invitati a partecipare, uno per uno, come semplice cittadino, al di là di qualunque ruolo e appartenenza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha spinto a organizzare la serata è stata la notizia che da sabato 14 febbraio in poi, nei giorni festivi e prefestivi è stata tolta al Cantù la presenza dell’anestesista-rianimatore anche di giorno, che diventa solo reperibile e potrebbe non arrivare in tempo in caso di emergenza. Una decisione che mette tutti più a rischio, una decisione presa da chi dice che l’ospedale non è sicuro ma che si rende responsabile della mancanza di sicurezza. Dopo la presentazione di Marina Baietta subito la parola ai fatti , con la testimonianza di Achille Albini che ha avuto salva la vita proprio grazie al P.S. del Cantù che l’ha accolto e stabilizzato mentre aveva in corso un infarto. Un intervento tempestivo che, come gli hanno confermato i medici, gli ha permesso di sopravvivere e affrontare l’operazione risolutiva. Uno dei tanti casi che smentiscono quanto sostenuto dall’ass. Gallera e dalla dirigenza dell’Asst che affermano che il Cantù non è mai stato in grado di accogliere codici rossi e che non è ‘sicuro’. Enrica Galeazzi ha raccontato la storia dell’ospedale Cantù, in vari step, intercalati da interventi di approfondimento. Barbara De Angeli ad esempio, ha letto com’era presentato sul sito del Comune nel 2009 il nuovo Pronto Soccorso, quando è stato inaugurato. Descrizioni e commenti entusiastici anche dall’allora sindaco Albetti e dal responsabile dott. Razionale che dichiaravano 20.000 accessi annui. Un dato poi dato in diminuzione dall’ass. Gallera e indicato come unico requisito non conforme alle indicazioni del DM70 per un P.S. base come quello del Cantù. Tutti gli altri requisiti previsti nel DM70 erano pienamente soddisfatti, prima dell’arrivo dell’ass. Gallera, come dimostrato da Donato Bandecchi. La chiusura notturna del P.S. abbiatense ha causato il sovraffollamento di quello di Magenta e, come ha ben evidenziato il dott. Ceretti, chi giustifica la chiusura ha spesso un conflitto di interessi, soprattutto se dipendente dell’azienda ospedaliera, se dicesse il contrario rischierebbe sanzioni. Ceretti ha citato dati importanti, la popolazione invecchia e le implicazioni per migliaia di ospiti delle molte RSA del territorio aumentano, soggetti sempre più fragili che si scompensano frequentemente, c’è sempre più bisogno di un P.S. Il territorio vigevanese ha circa 60.000 abitanti e 2 P.S., l’abbiatense e magentino ne hanno ca. 200.000 e un solo P.S. di notte sovraffollato. “E’ una corbelleria – ha sostenuto il medico – si offre un servizio inadeguato”. Ha citato la legge regionale 23 che prevede il coinvolgimento dei sindaci che hanno al contrario confermato di non essere stati interpellati nella stesura del Poas, che programma il futuro degli ospedali. Non solo, ma le loro proposte e richieste non sono state mai prese in considerazione se non, come ha ricordato il loro presidente Marelli, dopo la mobilitazione del 7 maggio 2019 che ha contribuito alla delibera regionale, peraltro ancora disattesa in primis dall’ass. Gallera. Un momento clou dell’assemblea proprio ‘la presenza’ dell’assessore con la proiezione di uno stralcio del filmato di 4 minuti tratti dall’intervista improvvisata dal duo Bertelli-Maiorana di Radio City Bar all’ass. Gallera, capitato per caso, a tarda sera, con l’ass. Bottene in un bar. Incalzato con la solita verve e simpatia ma con domande molto pertimenti sul P.S. del Cantù, ha risposto con un atteggiamento ritenuto oltraggioso e arrogante che ha indignato tutti i presenti. Domenico Finiguerra, oltre a ricordare la mozione presentata dalla minoranza, bocciata dalla maggioranza, con cui in Consiglio comunale si chiedeva appunto di ‘alzare la voce’ in Regione per riavere i servizi tolti, ha proiettato slide molto interessanti, soprattutto quelle relative al Piano Performance, la prova che si è deciso di fare dell’ospedale Cantù un cronicario e un poliambulatorio. Finiguerra quindi è tornato a proporre di rivolgersi alla Corte dei Conti per stabilire e chiedere i danni a chi ha deciso di spendere 30 milioni di euro pubblici per rilanciare il Cantù o a chi ora sta sprecando un’eccellente struttura e le sue attrezzature. Il sindaco Nai si è pronunciato a favore della proposta di Finiguerra, così gli altri sindaci che incontreranno mercoledì 26 il d.g. Odinolfi. Sono seguite altre testimonianze e interventi, Andrea Gillerio segretario cittadino del Pd, ha evidenziato la criticità del modello sanitario lombardo, che privilegia il privato rispetto al pubblico. Da più parti è stato chiesto di organizzare azioni forti, come l’occupazione di sedi istituzionali. La richiesta è stata ancora una volta quella di impedire ad ogni costo lo smantellamento dell’ospedale. Il Comitato ha spiegato che è atteso a giorni, notizia ricevuta dal Ministero, il Comunicato promesso che aiuterà a fare chiarezza sulle responsabilità e competenze. Le informazioni verranno veicolate tramite la pagina Facebook ed è possibile interloquire tramite mail al seguente indirizzo: comitato.popolare.abbiatense@gmail.com. S.O.