ABBIATEGRASSO – Le notizie si susseguono impietose, la tendenza alla dialettica permane e tende a svuotare ogni tentativo, così un generico “tutto va bene” annulla l’energia positiva della creatività. Ciò che in questo periodo mi colpisce sono i giovani cui il Covid ha tolto tanto e che hanno una energia pronta ad esplodere. Non i giovani che in modo disordinato e arrogante hanno forzato la situazione in modo scomposto e senza costrutto, ma i giovani che hanno vissuto il dramma di questo isolamento costretto e l’impoverimento culturale con cui hanno dignitosamente fatto i conti. Quelli della movida sono l’ultimo retaggio dei giovani virtuali, la caduta nel nulla di un vitalismo morente, i giovani reali sono quelli che vogliono camminare dentro il contesto ristretto dell’esistere quotidiano per trovare l’ampiezza di nuove prospettive. Il punto di discrimine tra i giovani virtuali e quelli reali è la scelta di vivere, questa si contrappone alla mancanza di scelta, alla caduta nella pura reazione che soffoca il desiderio, senza però dargli la stretta decisiva. I giovani reali sono di una ricchezza impressionante e mi stanno insegnando molto. Sono giovani che hanno riscoperto una domanda di senso, che la sentono incalzare con una forza incontenibile, sono giovani che urgono risposte, che non si arrendono alla pacatezza degli adulti, ma li assediano con le loro domande, sono giovani che hanno colto l’importanza di imparare e non si accontentano di quattro nozioni online, sono giovani che mai hanno lasciato perdere gli amici, anzi hanno cercato ogni possibilità per intessere amicizie. E sorprendentemente si trovano oggi più ricchi di amicizie. Questa è la scoperta di questi giorni, che mi trovo accanto una forza viva che ha tanto da insegnare a me. Pensavo di trovarli distrutti dall’isolamento coatto cui hanno dovuto sottostare come noi, invece li ho trovati quanto mai vivi. E mentre il mondo adulto va avanti sulle sue polemiche e gonfia le lamentele questi giovani reali sono la testimonianza affascinante di una capacità costruttiva, di una positività indelebile. C’è tanto da imparare da loro, la prima cosa è ascoltarli, il loro linguaggio è diverso da quello del mondo adulto, ma anche dei social, è il linguaggio le cui parole sono impresse di cose reali. C’è da ascoltarli, questa è la prima e decisiva cosa da fare. Il resto verrà di conseguenza. Gianni Mereghetti