ABBIATEGRASSO – Una schiarita, dopo giorni di pioggia, ha consentito lo svolgersi, domenica pomeriggio alle 17.00, della partecipata processione che ha visto la presenza del Card. Angelo Bagnasco, già Arcivescovo di Genova, già Presidente della CEI, già Presidente delle Conferenze Episcopali Europee. L’illustre prelato un’ora prima aveva fatto visita nei reparti del nosocomio abbiatense agli ammalati ricoverati, accompagnato dal Cappellano e dalla Dirigenza ospedaliera, raggiungendo poi i fedeli in attesa attorno alla piccola grotta della Madonna di Lourdes.
Lì, rivolta una preghiera alla Vergine, si è formato il religioso corteo, che ha attraversato i viali interni dell’Ospedale, recitando le decine del S. Rosario e concludendo il percorso nella chiesa dei Ss. Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, dove è stata concelebrata una S. Messa solenne, presieduta dal Cardinale e animata da numerosi canti e molte invocazioni alla Madonna.
Arrivati all’omelia, nella navata affollata, inondata e profumata d’incenso, il Card. Angelo Bagnasco ha proposto ai presenti, tesi nell’ascolto, alcuni interessanti spunti di riflessione: “Siamo qui oggi a celebrare la festa della Madonna di Lourdes, siamo qui in una grotta spirituale, davanti a quell’immagine, a quel luogo che continua nel tempo a suscitare fiducia, a illuminare l’oscurità nel mondo, nei nostri tempi, a sostenere con la forza divina le traversie della vita. In questa spirituale grotta riecheggia il messaggio di Lourdes, per i malati in particolare, nel corpo o nello spirito. E la pagina del Vangelo di oggi, sulla visita di Maria alla cugina Elisabetta, ci suggerisce almeno tre riflessioni. La prima: Maria porta la benedizione di Dio su quella casa e in quella casa ci siamo tutti noi. E’ Dio che dice bene dell’umanità, che spesso appare gaudente, chiassosa, distratta.
Un’umanità la nostra attuale occidentale che tradisce i giovani, li illude con uno stuolo di bugie, finzioni, immagini, futilità, che distraggono il loro cuore dalla verità di se stessi, ma li uccidono anche nell’anima spegnendo il pensiero, perché pensare può essere pericoloso a chi ha interessi biechi su di loro, come su tutti. Essi sono le prime vittime, le più fragili, in un mondo bugiardo, in cui il mondo adulto è criminale, è gravemente responsabile. Ma noi vogliamo aiutare i nostri giovani a trovare Dio, il senso della vita, le ragioni alte del vivere, a trovare una via d’uscita da quella noia mortale in cui sono confinati attraverso mille strumenti e modalità per spingerli in un mondo virtuale, apparente, bugiardo, che li allontana dalla realtà, dalla verità e bellezza della vita. La Vergine ci ricorda che Dio è fedele all’uomo perché è amore, non lo abbandona mai. Di questo l’uomo moderno ha sconfinato bisogno, perché la malattia più mortale è la solitudine, l’isolamento, il sentirsi abbandonati, invisibili agli altri. Ma noi abbiamo Dio e Maria. La seconda: Maria ci ricorda il valore sconfinato della sofferenza di ogni tipo, che fa da sempre parte della storia umana. Ci ricorda il valore del limite umano, nonostante progressi e tecnologia, che non è una condanna ma un richiamo continuo al bisogno di Dio, che unico può riempire il nostro cuore, il nostro bisogno di amore, sempre limitato e inadeguato. L’esperienza dei nostri limiti, quelli fisici e dolorosi, quelli delle tante delusioni della vita, vediamola come un richiamo a Dio, all’unica vera pienezza e salvezza. Pensiamo a Maria sotto la Croce e alla sua fede che rimane fiducia per tutta la vita. Se la fede non è abbandono a ciò che non comprendiamo, se non diventa fiducia, è forse fede? La terza: il Magnificat, cantico di lode, di esultanza che sale dal cuore di Maria e risuona attraverso i secoli fino a noi, chiede che diventi nostro, dovremmo rinnovare a Dio il nostro ringraziamento di fede.
Anche la nostra storia, come quella di Maria, nasconde in ogni suo angolo, luminoso o triste, doloroso o felice, la presenza di Dio Salvatore, anche quando non lo sentiamo. La Vergine di Lourdes ci aiuti in questo e sostenga i nostri malati. E voi che vi prendete cura di loro, portate loro la maternità di Maria e l’amore di Dio. Allora tutto forse non si risolverà nei modi anche auspicabili, ma certamente diventerà più serena ogni situazione, più affidata, perché da voi accompagnata”. Alla fine della S. Messa, il Cardinale, prima di impartire la benedizione ai fedeli in chiesa, è uscito e ha benedetto all’esterno il complesso ospedaliero. M.B.