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Fondazione per Leggere: il sistema bibliotecario del sudovest milanese compie 10 anni. Intervista a Cesare Nai

ABBIATEGRASSO – Fondazione Per Leggere è nata il 23 maggio 2006,  ha compiuto 10 anni festeggiati sabato 21 maggio alla grande nella nuova, prestigiosa sede presso Palazzo Cittadini Stampa a Castelletto di Abbiategrasso. A Cesare Nai che presiede con passione e competenza la Fondazione dal 2010 chiediamo: cos’è la Fondazione Per Leggere?

“La Fondazione Per Leggere è il sistema bibliotecario del sud ovest Milano e la promozione della lettura è il cuore della sua missione. Per svolgere questa funzione, sono numerosi i servizi messi a disposizione delle 60 biblioteche del territorio. Tra questi, i servizi online svolgono un ruolo fondamentale, con la possibilità di accedere al catalogo generale per ricercare tutte le opere disponibili. Naturalmente esiste anche un sito internet che raccoglie tutte le attività e i progetti svolti dall’ente o da ciascuna delle biblioteche. La Fondazione cura anche l’acquisto dei libri a livello centralizzato: le biblioteche scelgono comodamente i libri e i dvd e ne verificano la disponibilità e lo sconto. Poi il centro di catalogazione gestisce il rapporto coi fornitori, in modo che tutti i documenti giungano alle varie destinazioni già catalogati e pronti per essere messi a scaffale. I libri (più di un milione e 200mila i titoli a disposizione) possono essere prenotati e presi in prestito dai nostri iscritti presso la sede di ogni singola biblioteca o comodamente da casa attraverso il catalogo online. Tutte le sedi sono collegate tra loro e, grazie al servizio di interprestito (due vettori operano quotidianamente per collegare tutte le biblioteche), l’arrivo a destinazione di un qualsiasi documento è garantito mediamente nell’arco delle 48 ore: ‘tante biblioteche, ma una sola grande biblioteca’”.

Ripercorrendo la storia di questi primi 10 anni, quali i momenti salienti, quali i cambiamenti più significativi?

“In questi 10 anni la Fondazione ha seguito naturalmente lo sviluppo della biblioteca ‘di pubblica lettura’ e l’evoluzione delle sue funzioni. In particolare, ha cercato di accompagnare la trasformazione che ha visto le biblioteche comunali assumere sempre più la dimensione di luogo di socialità e di incontro accanto a quella tradizionalmente legata al prestito, alla consultazione e allo studio. Per questo dal 2011 la Fondazione organizza, ad esempio, numerosi corsi per il tempo libero nelle biblioteche, ha allestito in alcune sedi delle ‘gaming zone’ dedicate agli adolescenti, realizza dal 2009 delle mostre itineranti di illustrazioni che avvicinano i più piccoli alla lettura attraverso l’immagine e molto altro. Con MediaLibraryOnLine ha offerto a tutti gli iscritti una finestra aperta sul mondo dei contenuti digitali: e-book, audiolibri, musica, banche dati, e oltre 1.300 quotidiani e riviste da tutto il mondo. Infine, grazie ai finanziamenti di Fondazione Cariplo, ha realizzato due importantissimi progetti: ‘Form@mbiente’, che ha coinvolto moltissimi cittadini del territorio ed ha permesso di realizzare corsi d’informazione, gite sul campo e attività di varia natura per promuovere la cultura ambientale e ‘Vivicultura’, una piattaforma che ha lo scopo di raccogliere e mettere in rete le informazioni sulla programmazione culturale del nostro territorio”.

Quali i confini della competenza territoriale che comprende ben 55 comuni? Quale il fil rouge che li lega?

“Fondazione Per Leggere, che nel 2006 ha riunito i sistemi del castanese, magentino, abbiatense, Corsico e Rozzano è oggi uno dei sistemi bibliotecari più estesi ed occupa circa un terzo della superficie della Città Metropolitana: 55 comuni, un’area di circa 550mila abitanti, 60 biblioteche, 150mila iscritti e un milione e 100mila prestiti all’anno. Il suo obiettivo è quello di offrire a tutti i cittadini di questo territorio un livello uniforme e di elevata qualità dei servizi, seguiti da personale competente. Un lavoro non sempre facile a causa della marcata diversità dei comuni (pochi grandi, molti di media o medio-piccola dimensione) e delle biblioteche (alcune con singolo operatore, altre con più personale; alcune con strutture più ampie, altre con spazi più ridotti), ma che è supportato efficacemente da un personale preparato (più di 300 addetti) chiamato a svolgere un lavoro sfidante e impegnativo, a contatto con un pubblico sempre più esigente e alla ricerca di risposte e informazioni puntuali e aggiornate”.

Prima di competenza e finanziata dalla Provincia, ora dalla Regione, cos’è cambiato in meglio o in peggio?

“Inizialmente i finanziamenti di Regione Lombardia e della Provincia di Milano (oggi Città Metropolitana) rappresentavano circa un terzo dei contributi totali alla Fondazione, il resto lo mettevano i comuni. Negli ultimi quattro anni c’è stata una riduzione sostanziale (quasi totale nell’ultimo biennio) di tale contributo, nonostante Regione Lombardia abbia mantenuto quasi inalterata la sua parte destinata ai sistemi. Purtroppo, per quanto ci riguarda, anche questi fondi regionali, transitati (e trattenuti) prima attraverso la Provincia, lo scorso anno attraverso la Città Metropolitana, non ci sono arrivati che in minima parte. L’auspicio e la speranza è che da quest’anno la Regione Lombardia, che ha mantenuto le deleghe relative, possa erogare direttamente ai sistemi bibliotecari i fondi eventualmente destinati. Questo ci consentirebbe di realizzare importanti investimenti, che abbiamo dovuto rimandare, soprattutto in ambito tecnologico”.

Quali i progetti e le prospettive?

“La nostra volontà è quella di essere sempre più vicini alle esigenze dei comuni e delle nostre amministrazioni e, grazie a un ‘Progetto di cooperazione culturale territoriale’, votato all’unanimità in una delle ultime Assemblee Generali, la Fondazione avrà a disposizione da quest’anno uno strumento nuovo ed efficace per migliorare ed ampliare la proposta culturale delle biblioteche attraverso lo sviluppo di progetti centralizzati che possano soddisfare le esigenze di un pubblico il più vasto possibile. Inoltre sarà data a tutti i nostri comuni la possibilità di affidare alla Fondazione (sul modello di ‘società di servizi’) la realizzazione di servizi specifici e particolari”.

Che cosa la rende più orgoglioso?

“Il fatto che nonostante si stia attraversando un momento particolarmente critico e di grande difficoltà economica e finanziaria che investe tutti gli enti locali, nessuno escluso, nella consapevolezza che in tempi tanto complicati e pieni di incognite solo ‘l’unione fa la forza’, nessuno abbia ceduto alla tentazione di ‘segnare il passo’, o peggio retrocedere, rispetto al nostro grande progetto di collaborazione: la Fondazione ha saputo riunire tutti i comuni e tutte le amministrazioni, indipendentemente dall’appartenenza politica, in un’area di cooperazione solida e coesa, mirando ad obiettivi concreti e condivisi. Questa è la cosa che più mi rende orgoglioso, unitamente alla grande vicinanza che ho sempre sentito da parte di tutti i nostri sindaci e amministratori con il loro convinto sostegno e il grande apprezzamento che hanno sempre saputo dimostrare nei confronti del nostro lavoro”.

 

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