ABBIATEGRASSO – Dopo l’importante iniziativa dei sindaci dell’abbiatense che hanno inviato lettere al direttore generale dell’ASST e al Ministero della Salute per sollecitare interventi a favore del “Cantù”, è intervenuto il Comitato Popolare Intercomunale che scrive: “C’è chi lotta e chi rassicura. Una settimana definita ‘curiosa’ da alcuni cittadini attenti a tutte le notizie che riguardano l’ospedale Cantù di Abbiategrasso, sono cittadini che hanno esperienze da raccontare sia in positivo che in negativo, cittadini ‘salvati’ dalla struttura abbiatense e altri che lamentano la chiusura di molti servizi e i disagi che comporta essere costretti ad andare altrove, soprattutto se a Legnano, ‘irraggiungibile – come afferma un’anziana – se non hai un passaggio in auto’. La scorsa settimana è stata da tanti cittadini applaudita la notizia dell’iniziativa dei 14 sindaci dell’abbiatense, capeggiati da Marco Marelli di Morimondo, che consiste nell’invio di due lettere ufficiali al direttore generale dell’Asst ovest milanese, dott. Fulvio Odinolfi per chiedere di partecipare al Poas, ovvero la programmazione aziendale strategica che indica nel dettaglio cosa compete a ogni ospedale. I sindaci sono i rappresentanti del territorio e ritenuti responsabili della sanità locale, la loro partecipazione al Poas è prevista dalla legge regionale 23, ma fino ad ora non sono stati interpellati e le decisioni politiche regionali non sono state condivise con loro. L’altra lettera è stata inviata al capo della Segreteria politica del Ministro della Salute, Speranza, sollecitando quanto promesso nell’incontro del 23 gennaio a Roma. L’arrivo del coronavirus ha probabilmente rimandato infatti l’annunciato arrivo del comunicato dal Ministero con la richiesta di valorizzare la struttura abbiatense garantendo adeguati servizi ai cittadini e l’invio di personale ministeriale per valutare, come richiesto dalla delegazione, la realtà dell’ospedale Cantù rifatto ex novo. Due lettere quindi che dimostrano l’attenzione dei sindaci del territorio che non intendono ‘rassegnarsi’ come invece auspica l’ass. Gallera e chi condivide la sua politica sanitaria. Che l’ospedale Cantù abbia continuato a perdere pezzi è inconfutabile, per questo hanno sorpreso e suscitato commenti alcune dichiarazioni entusiastiche comparse su un settimanale locale del vicesindaco Albetti che dice che da lunedì riapriranno le sale operatorie e che dichiara ‘il Cantù guarda avanti. Basta col catastrofismo’. Questo presunto potenziamento annunciato da Albetti non trova però riscontro in nessun documento ufficiale della Regione e arrivano invece al Comitato sollecitazioni dalla popolazione che invita a fare particolare attenzione a quanti e quali interventi saranno eseguiti al Cantù, quante sale operatorie riprenderanno a funzionare. Da operatori sanitari arriva la segnalazione che dei 188 posti letto ora solo una sessantina sono occupati, non solo a causa del coronavirus ma per la programmazione pregressa che ha deciso in sordina l’accorpamento del Cantù a Magenta e di declassarlo a Presidio ospedaliero territoriale. Ora sala gessi e ambulatorio ortopedico adiacenti al Pronto Soccorso sono chiusi, corre voce che a breve saranno sostituiti da un ambulatorio per test sierologici e tamponi. La recente impossibilità di poter fare esami come la Moc o sottoporsi a visite fisiatriche certo non rassicura ma aggiunge preoccupazione per il futuro dell’ospedale. Per questo la dichiarazione del vicesindaco ha suscitato perplessità e risulta purtroppo poco credibile. Già nel 2016 durante la campagna elettorale assicurava ‘il potenziamento dell’ospedale’ ma al contrario abbiamo tutti constatato il progressivo, lento ridimensionamento. Ora si cerca di rassicurare perché la struttura è stata recentemente utilizzata per una quarantina di pazienti post Covid e si annunciano alcuni interventi. Intanto però si segnala anche una continua diminuzione del personale sanitario e il possibile accorpamento di reparti dovuti a tale penuria. Il Comitato Popolare Intercomunale assicura che in ogni caso continuerà a lottare con tutta la cittadinanza attiva del territorio, che continuerà a monitorare e ad accogliere le segnalazioni di cui chiede conto alle autorità competenti e che non smetterà di esigere adeguate risposte sanitarie”.