Premetto che gli abbiatensi che seguono i Consigli comunali, anche se vicini ad altri gruppi, la ritengono il consigliere più politico e più preparato. Le riconoscono onestà intellettuale, fermezza ma anche correttezza verbale nel rispondere ad attacchi ritenuti irrispettosi oltre ad un’apprezzata e aumentata capacità di dialogo. Si riconosce in questo ‘ritratto’ che i suoi concittadini hanno fatto emergere anche dalle motivazioni scritte per ‘Le primarie dell’Eco della città’ e fatte pervenire al giornale. Le chiedo: cos’è successo a Finiguerra in questi ultimi 5 anni?

 

“Innanzitutto ringrazio per le attestazioni di stima.

La percezione di una mia aumentata capacità di dialogo è forse dovuta al fatto che le persone hanno avuto la possibilità di conoscermi e di comprendere che il mio tono assertivo è frutto della passione e del coinvolgimento emotivo che caratterizza il mio modo di fare politica.

La nostra è stata un’opposizione propositiva e dura, ma sempre basata sui fatti, nel rispetto del ruolo di controllo doveroso per chi è in minoranza.

Quanto agli attacchi irrispettosi ad esempio ricordo come una brutta pagina della politica il consiglio comunale in cui sono stato vittima di attacchi verbali solo perchè avevo denunciato lo stato di degrado della piscina. Se saremo al governo della città le opposizioni saranno sempre rispettate ed ascoltate. Cosa che ho già fatto in dieci anni da sindaco a Cassinetta””.

 

Panta rei dicevano i greci, tutto scorre, niente è immutabile, c’è un’evoluzione personale e un cambiamento continuo intorno a noi, la sua lista si chiama “Cambiamo Abbiategrasso”, cosa intende cambiare?

Negli ultimi decenni è cambiato il mondo, è cambiato il quadro economico e produttivo. Ciò che è rimasto immobile è invece la politica, spesso autoreferenziale e pronta a scaricare le proprio responsabilità sugli altri.

Invece il vero cambiamento sta nella presa di coscienza che chi governa non deve lamentarsi ma deve trovare soluzioni e risorse. Ad esempio perché ad Abbiategrasso non è arrivato neanche un euro dei 40 milioni del bando periferie 2016 per il decoro urbano, la riqualificazione e la realizzazione delle strutture sociali, culturali e sportive?

Non abbiamo aree dismesse, scuole e piscine da sistemare? Teatri da realizzare? I comuni che hanno presentato progetti hanno ottenuto finanziamenti. Noi no. Ci abbiamo rimesso in risorse ed occupazione.

Ed è solo una delle opportunità perse. Istituiremo un assessorato dedicato al reperimento fondi (da bandi regionali, ministeriali, europei, di fondazioni) e alle partnenrship.

Cambiamento è innovazione tecnologica e sostenibilità. Abbiategrasso può essere una città intelligente, una Smart City. A tale fine fanno già parte della squadra docenti, esperti e ricercatori e puntiamo a riattivare la collaborazione con l’Università.

Infine, sembrerà scontato, ma occorre far ripartire tutta la gestione ordinaria e quotidiana, dalla manutenzione di parchi, scuole e strutture sportive a quella di strade e marciapiedi, rivedere la mensa scolastica, vigilare sulla corretta applicazione dei contratti di appalto ed aggiungere il terzo turno della Polizia Locale”.

 

Lavoro, strada, ospedale, tre temi molto sentiti, centrali in questa campagna elettorale.

“Partirei dall’ospedale. Dobbiamo innanzitutto dire che non è vero che il sindaco non ha alcun potere o ruolo. Per un motivo semplicissimo: il sindaco è la prima autorità sanitaria locale, quindi ha il dovere e il diritto di intervenire.

L’Ospedale sta morendo e la chiusura del pronto soccorso notturno è solo l’ultimo tassello. Non è accettabile che una città di 32 mila abitanti, con strutture di eccellenza per anziani, disabili e malati terminali, in un territorio vastissimo con quasi 100 mila abitanti, debba restare senza pronto soccorso perché con 19 mila accessi non raggiungiamo la quota 20 mila prevista da un decreto che punta solo al risparmio. Per noi salute e sicurezza dei cittadini vengono prima dei conti.

Ho proposto ai sindaci guidati da Arrara e alla Consulta sull’Ospedale guidata da Albetti di presentare un esposto alla Corte dei Conti per denunciare lo spreco dei 30 milioni di euro spesi per un ospedale nuovo che oggi viene trasformato in un grande ambulatorio. Proposta caduta nel vuoto. Purtroppo neanche il M5S presente in Consiglio Regionale ha raccolto il mio invito, limitandosi a incontri con il D.G. Lombardo in cui ha chiesto orari di apertura degli ambulatori più lunghi.

L’esposto lo stiamo preparando noi. Se sarò eletto sindaco sarà il mio primo atto in difesa dell’ospedale.

Il lavoro è l’angoscia di molti giovani e non solo. Un comune non ha molte leve, ma quel poco che può fare lo deve fare bene e fino in fondo. Ci faremo promotori di un piano strategico, coinvolgendo tutte le realtà produttive del territorio, e siamo molto contenti che la BCS e l’ing. Castoldi ci abbiano già invitati in azienda e che un primo incontro si sia già svolto. Abbiamo bisogno di un piano che punti su ricerca, innovazione e conversione ecologica, dobbiamo riattivarci come distretto economico, favorendo chi vorrà reinventare le proprie aziende e chi vorrà partire da zero, riprendendo i rapporti con l’Università.

Ci sono aree europee che si sono reinventate. Basti pensare alla Ruhr o ai Paesi Baschi. Dobbiamo farlo anche noi. Reinventarci con una nuova visione che unisca il pragmatismo al sogno, lavorando sull’energia, sui rifiuti, sulla ricettività turistica e sull’agricoltura.

Infine urge una ripresa generale della città che negli ultimi anni è decaduta. Perché se una città funziona e ha servizi (piscina, teatro, mercato, ospedale) arriva un “giro” prodotto da cittadini e utenti, che animano la città, creando movimento economico. Per il lavoro è fondamentale che la città ritorni a progredire e ad attrarre. E recuperi lo spazio perduto!”

 

E la strada?

“Su questo occorre fare chiarezza. A gennaio la tangenziale Anas non ha passato il vaglio del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici imboccando di fatto un binario morto.

L’organo del Ministero ha evidenziato gravi mancanze del progetto che non è supportato da studi sui flussi di traffico ed ha messo in discussione che il progetto risponda alle esigenze reali del territorio. Parrebbe che a Roma, dopo 15 anni, si siano accorti che la superstrada non va a Milano, il vero nodo viabilistico da risolvere. Ha rilevato l’assenza di adeguati approfondimenti sulle interferenze del manufatto con la falda acquifera (come ha fatto la Soprintendenza rispetto all’impatto sul paesaggio). Di non poco conto poi è l’affermazione che alcuni elementi del progetto non rispettino la normativa in vigore.

Quanto evidenziato dall’organo superiore è in pratica ciò che sostengo da 15 anni. E questa relazione rende evidente a tutti che se i problemi del traffico, mai negati, non sono stati affrontati e risolti, ciò è dovuto al fatto che il progetto Anas non era adeguato, ma era un semplice tratto di penna che non ha mai superato né mai supererà il vaglio romano.

A questo punto non resta che prendere atto che se si vuole lavorare per risolvere i problemi di viabilità è ora di finire di discutere di questa grande opera ben lontana dall’essere realizzata e di progettare un piano viabilistico moderno, funzionale ed economico.

Se sarò eletto, mi impegnerò affinché si risolva la criticità dell’attraversamento della nostra città, realizzando una circonvallazione urbana che liberi la via Dante. Venga potenziato il collegamento verso Milano con l’allargamento della Milano-Baggio come già attuato nel raddoppio della Via Ripamonti a Milano. Venga messa in sicurezza la Vigevanese ed eliminati i semafori.

Medesimo adeguamento potrà essere realizzato nella tratta Albairate-Magenta realizzando una circonvallazione a Robecco sul Naviglio.

Quanto al traffico cittadino sarà una nostra priorità realizzare finalmente almeno un sottopasso ferroviario ciclopedonale e per il solo traffico automobilistico”. Enrica Galeazzi