L'eco della città

Una Fiera che guarda “oltre” la tradizione

ABBIATEGRASSO – Inaugurata la 533esima Fiera Agricola Regionale di ottobre, dedicata al “Ticino la grande via d’acqua, territori e culture”, alle 10.30 di sabato il sindaco Pierluigi Arrara ha dato il benvenuto a tutte le autorità e ai sindaci del territorio presenti, tra cui Luca Sani (presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati), Francesco Prina (membro della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati), Gian Pietro Beltrami (presidente del Parco Lombardo della Valle del Ticino) e Marco Granelli (assessore alla Mobilità del Comune di Milano). “La Fiera è un evento e una data importante per la nostra città, – ha esordito il sindaco Arrara – da un po’ di anni la Fiera Agricola è tornata alla sua vocazione vera, a parlare di agricoltura proprio perche siamo convinti che recuperare il passato ci aiuta a vivere il presente ma soprattutto ci dà delle prospettive per impostare il vivere il futuro, il nostro passato è agricoltura, terra e acqua, con la Fiera la nostra città si mette in vetrina e presentiamo le nostre eccellenze, si promuove la nostra città e tutto il territorio, noi abbiamo ancora grandi industrie, piccole imprese e attività nel terziario. Il Ticino quest’anno diventa protagonista della nostra Fiera, il fiume ha permesso ad Abbiategrasso e al territorio di svilupparsi. Per la nostra Fiera abbiamo coinvolto un po’ della Svizzera e delle zone montane per far capire che la Fiera non finisce qui ma guarda oltre, il progetto è quello del Ticino quale autostrada dell’acqua che collega Milano, Locarno e Venezia, non è solo utopia ma qualcosa su cui si può lavorare, tanti passi in avanti son stati fatti e tanti se ne possono fare”. Oltre al sindaco, Luca Sani, Francesco Prina, Gian Pietro Beltrami e Marco Granelli hanno tutti sottolineato l’importanza della nostra città e del nostro territorio nella Città Metropolitana come punto di sviluppo futuro per Milano e come polmone verde della grande città essendo il territorio maggiormente esteso con il minor numero di abitanti in cui, nonostante lo sviluppo economico, si è riusciti a conservare una qualità di vita migliore, “noi abbiamo bisogno della grande città ma Milano ha bisogno di noi e l’acqua (il Ticino e il Naviglio sono stati nel passato e sono tuttora il collegamento tra la periferia e la città)”. Anche don Innocente Binda, che ha avuto il compito di benedire la Fiera come da tradizione, ha voluto sottolineare il rapporto dell’uomo con la terra, in quanto questo rapporto “aiuta l’uomo a riscoprire e a vivere la sua giusta posizione e collocamento nel mondo e lo aiuta a guardare al cielo non solo meteorologico ma anche spirituale”. Una Fiera quindi che voleva essere di ampio respiro e che ha proposto molti convegni e incontri di alto interesse, tuttavia meno partecipati di quanto ci si aspettasse. Una Fiera che per alcuni aspetti a chi ricorda le Fiere di 20-30 anni or sono, o più, pare sempre un po’ meno agricola della tradizione, forse anche perché l’agricoltura si è trasformata negli anni e gli agricoltori puntano molto sulla vendita diretta della loro produzione e sullo sviluppo ecologico, che consente maggiori introiti. I visitatori sono stati accolti all’entrata da filmati e foto del nostro territorio, alcuni hanno fatto notare i pochi riferimenti al Ticino che sarebbe dovuto essere protagonista, con solo una imbarcazione tipica del nostro fiume circondata dai suoi sassi bianchi, qualcuno suggeriva che sarebbe stato bello utilizzare il capannone esterno anziché per l’offerta culinaria per una piccola mostra sul Ticino. Cristina Brambilla

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