ABBIATEGRASSO – Ha fatto molto rumore la domanda rivolta al presidente Fontana dalla redattrice dell’Eco della Città, Enrica Galeazzi, intervistata poi da colleghi di altre testate, quindi questa volta le propongo un cambio di ruolo, da intervistatrice a intervistata. Perché ha chiesto al presidente Fontana di venire a visitare l’ospedale Cantù? “Perché, dopo avergliene parlato in passato in un incontro con i sindaci e avergli illustrato e lasciato personalmente una copiosa documentazione, ho pensato che, come avvenuto nel 2017 quando i consiglieri regionali della Commissiuone Sanità, da me invitati durante un’audizione in Regione, hanno visitato il Pronto Soccorso, si sono resi conto degli spazi e dell’attrezzatura della nuova struttura che hanno poi definito ‘un’eccellenza lombarda’ e si sono espressi per la riapertura notturna. Credo sia importante prima di decidere le sorti di un ospedale, conoscerlo e approfondire sul posto con sindaci, sanitari, con chi conosce le esigenze degli 85.000 abitanti del territorio abbiatense…” Cosa pensa della risposta del presidente di Regione Lombardia? “Ha risposto che non ritiene necessaria una visita e ha demandato a chiedere un appuntamento con l’assessore Moratti. Ha aggiunto che forse non mi sono accorta che c’è stato il Covid, spingendomi a intervenire di nuovo per aggiungere che non bisogna però trascurare tutte le altre patologie. Non ha nascosto di essere scocciato per la domanda e per l’invito che ha rifiutato, accennando a questioni ben più complesse che ritengo in parte di conoscere e che certo non intendevo affrontare in quel momento ma, come gli ho detto, il destino dell’ospedale dipende da una scelta politica che ho riassunto con ‘volere è potere e Lei può’”. Ha fatto molto parlare la sua domanda (tra l’altro fatta non in qualità di “attivista della Consulta” come qualcuno ha scritto, ma di giornalista al servizio dei cittadini) e la reazione stizzita del presidente, sulla stampa e sui social… “Non solo sui social, diverse persone mi hanno chiamata per esternarmi percezioni e considerazioni”. Per esempio? Quali quelle che l’hanno più colpita e perché? “Sono molte e diverse, per lo più accomunate dalla delusione per quello che è arrivato come un mancato interesse per il nostro ospedale. Un anziano abbiatense mi ha detto che ‘poteva almeno dire che, compatibilmente con i suoi impegni, sarebbe venuto al Cantù così come ha trovato il tempo per venire a fare una passerella al centro vaccinale’. Molta delusione anche da quanti si aspettavano che il sindaco gli dicesse di aver già chiesto un incontro all’assessore a gennaio ma di non aver ricevuto risposta. Uno sportivo mi ha fatto questo paragone: ‘è come se la Juventus fosse venuta a giocare contro la Pro Loco e…ha vinto la Pro Loco’. Mi ha fatto sorridere il paragone ma…non ho vinto niente, nessuno ha vinto anzi, mi spiace che si rimandi e invece di intervenire per invertire la tendenza e ripristinare i servizi tolti, continui inesorabile il declino di un ospedale nuovo, inaugurato appena nel 2016 e subito depotenziato. Secondo Fontana non lo si sta smantellando ma purtroppo lo dicono medici e infermieri che ci lavorano e gli utenti a cui vengono rimandati e cancellati esami e interventi. Che i medici non ci vogliono venire, Fontana lo aveva già detto durante l’incontro in Regione nel 2007, gli avevo fatto notare che se invece vanno volentieri altrove e nelle strutture private forse è perché vanno dove si sentono tutelati e dove vengono valorizzati. Anche il Cantù fino ad un recente passato era ambito, poi la politica ha scelto il suo declino”. Da sempre è in prima linea per l’ospedale cos’altro pensa di fare? “Con il Comitato Popolare Intercomunale continuerò a far valere il diritto primario di ogni cittadino, quello alla salute e l’ospedale Cantù deve ritornare ad essere il punto di riferimento per il nostro territorio, parte ora un’altra raccolta firme per fare pressione ai politici che hanno facoltà di decidere”. S.O.