ABBIATEGRASSO –  La Galleria Merlino di Firenze ha invitato la fotografa abbiatense Marzia Rizzo ad esporre alcune delle sue opere dal 19 luglio al 31 agosto. La Rizzo, oltre al suo lavoro come fotografa, è nota ad Abbiategrasso anche come insegnante di fotografia per Fondazione per Leggere e per i corsi UTL.

Come mai la galleria Merlino l’ha contattata? “Hanno notato le mie fotografie di ritratto in un sito dedicato agli artisti italiani esordienti e mi hanno invitato da loro a Firenze per mostrare il mio portfolio. Tra i vari lavori che ho presentato la gallerista è rimasta colpita dalla serie Il disincanto, un progetto che prende spunto dall’opera della pittrice Tamara de Lempicka”.

Come mai ha scelto di ispirarsi alla pittrice de Lempicka?

“Da anni sono una grande estimatrice della vita e della sua opera. Tamara dipingeva prevalentemente donne in pose spesso sensuali, dalle forme sinuose e dalla struttura geometrica tridimensionale fatta di sfere e cilindri in perfetta sintonia con i canoni armonici classici che io stessa ho riutilizzato in chiave fotografica, come ad esempio il rettangolo aureo. Il centro d’interesse, corrispondente alla  sezione aurea, rimane così anche nel mio caso lo sguardo del soggetto.

Quindi che tipo di sguardo ha cercato?

“Ho scelto di far posare delle attrici. Avevo bisogno di qualcuno che interpretasse il ruolo delle donne di Tamara ed ero certa che delle modelle non avrebbero saputo darmi quello che volevo: cercavo uno sguardo puramente teatrale, una rappresentazione del femminile in un’emozione di fermezza e romanticismo allo stesso tempo. Cercavo quella donna che, nella mia visione artistica, coincide con le figure femminili ritratte dalla de Lempicka, dove la sensualità è scaturita da un’esigenza interiore”.

Ma allora perché il disincanto?

“Tamara de Lempicka nella sua opera ripropone una modernità che proietta un futuro scintillante, un’immagine positiva”.

Da qui nasce la scelta di sostituire la modernità dei grattacieli di New York con scenari di luoghi distopici, tra case diroccate o centri commerciali abbandonati?

“Esatto. Viviamo in un periodo storico in cui la tecnologia ha trasformato il mondo con la sua egemonia effimera e mistificatoria. La mia interpretazione vuole dare proprio questa connotazione critica:  l’evoluzione umana, per la società contemporanea, diventa negativa. Quest’epoca è sempre più vittima della modernità e quello che ne rimane è un disastro ecologico, ambientale e culturale. Tutto l’opposto della visione ottimistica degli scenari che facevano da sfondo alle donne di Tamara”.

La sensazione è che nelle foto di questo progetto le attrici ritratte sembrano non accorgersi della bruttezza dei luoghi.

“Così come l’umanità è inconsapevole degli avvenimenti che incidono sul decadimento della società. È lo scopo primario di questo progetto: dire all’umanità che oggi vive un agognato disincanto”.

Cosa ti aspetta da questa esposizione?

“È di sicuro un’occasione per farmi conoscere nel panorama artistico italiano e non solo. Già perché gli stessi organizzatori della galleria Merlino mi hanno prospettato anche un’esposizione a Cannes il prossimo autunno, ma questa è una cosa di cui vi parlerò a tempo debito”.

Dunque per chi si trovasse a Firenze la Galleria Merlino è in via delle Vecchie Carceri 1, mentre rimaniamo in attesa di avere maggiori informazioni su Cannes.  Didascalia della foto: Dalla serie “Il disincanto”. Particolare dell’opera dal titolo “Andromeda postatomica” non in esposizione a Firenze.