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Dibattito sulla strada Vigevano-Malpensa: uno scontro tra posizioni incompatibili

ABBIATEGRASSO – Dopo la presentazione del progetto della Vigevano- Malpensa e le risposte dell’arch. Ambrosini alle domande tecniche, ha preso il via il dibattito politico o meglio lo scontro tra posizioni incompatibili. Il variegato fronte del “no” costituiva la maggioranza dei presenti e appena ha preso la parola l’ing. Castoldi, presidente del comitato Sì alla strada, hanno iniziato a proferire invettive, moti di scherno, e hanno “rumoreggiato” durante tutto il suo intervento. L’ing. Castoldi si è presentato “rappresentante legale della BCS, azienda nata 70 anni fa, sono qui a rappresentare anche chi lavora in questa industria. Parliamo di una strada che riguarda 140.000 abitanti di 7 comuni di un territorio che fino alla 2° guerra mondiale è stato prevalentemente agricolo, poi si sono formati dei poli industriali, calzaturiero a Vigevano, la Siltal, la Mivar, ecc. poi c’è stata la delocalizzazione. Ciò significò riduzione dei posti di lavoro e aumento del pendolarismo”. Poche parole e già veniva interrotto dal pubblico che interrompeva, Castoldi ha proseguito dicendo che “oggi hanno chiuso il 35% delle aziende di questo territorio e si sono persi ca. 25.000 posti di lavoro secondo i dati di Assolombarda e Confapi e questo riguarda soprattutto i nostri giovani, figli e nipoti. Questa strada significa apertura del nostro territorio, le aziende hanno bisogno di vie di collegamento rapide, i prodotti non devono finire in magazzino, dobbiamo distribuirli e qui non viene nessuno perché siamo infognati: la Gaggia se n’è andata a causa delle difficoltà stradali, le Mivar non si affittano per lo stesso motivo”. La bagarre in sala era tale da costringere anche l’ass. Brusati ad alzare la voce per dire: “Inutile gridare dal pubblico, c’è la possibilità per tutti di argomentare”. Intanto l’ing. Castoldi, visibilmente affannato, tentava di far sentire le sue ragioni, ben argomentate ma non gradite a priori dal fronte del No: “La vera utilità della superstrada non è tanto il collegamento con Malpensa, quanto l’accesso all’autostrada A4, – insiste l’ingegnere – si tratta dell’arteria commerciale più importante. Si aprirebbe una terza strada a scorrimento veloce dal territorio a Milano che è un’ottima alternativa per tutti coloro che lavorano nell’area di Milano Nord, al modico prezzo di 2,3 euro, quanto costa la tratta autostradale tra Magenta e Milano. Tale prezzo, che corrisponde a circa 1,5 litri di carburante, riduce sensibilmente tempi e consumi rispetto alle altre due strade e inoltre ne alleggerisce il traffico. Notevole beneficio anche per i trasporti delle industrie esistenti”. Queste ultime frasi sono state pronunciate mentre da più parti gli arrivavano provocazioni e si allungava la fila di chi fremeva per intervenire. Ha preso la parola Eliana che si è definita come “la casalinga di Voghera” per affermare che anche una persona semplice come lei si chiede “perché dopo tanti anni non si riesce a fare una coalizione tra sindaci con proposte diverse e uscire dalla legge obiettivo”. Dopo di lei Elena da Milano, che ha acquistato il Poscallone ora in ristrutturazione, “la strada passerebbe a 200 m dalla mia cascina… una strada costa perché c’è la corruzione”. Giusy, agricoltrice di Vermezzo, ha lamentato “la vigevanese intasata, spesso bloccata per ore a causa di incidenti, ma le grandi opere non portano lavoro, solo a poca gente, bisogna tutelare il nostro patrimonio agricolo, il futuro dei nostri figli è l’agricoltura”. Laura Andreoni di Legambiente ha ribadito che “l’ambiente è il pregio del nostro territorio, mettiamo una croce sopra a questo progetto, con Prina e altri deputati che avete a Roma”. Il consigliere comunale Finiguerra, leader dei “No”, si è rivolto al sindaco Arrara: “Non ci sono alternative, il Pd ha dichiarato che questo progetto non va bene, mi piacerebbe che si potesse aprire un tavolo, ma la legge obiettivo prevede cose ben precise, il progetto non è più modificabile perché il progetto è definitivo”. Il consigliere Ceretti del “Sì” ha portato dati sull’agricoltura e ha criticato la produzione di mais utilizzata per l’energia e non per l’alimentazione, ha portato vari esempi, naturalmente non graditi ai No Tang e ridicolizzati come l’affermazione da parte del medico che molti pazienti in ambulanza vengono dirottati all’Humanitas perché le strade per Magenta e Legnano sono troppo trafficate. Olivero, agricoltore di Albairate, gli ha risposto che “la distorsione nelle agroenergie non è colpa degli agricoltori ma dei politici”. Un assessore di Robecco ha fatto presente: “I miei concittadini subiscono un forte inquinamento. E’ giusto salvaguardare il territorio e non pensare alla salute delle persone?” Agnese dei No Tang gli ha detto che “Robecco avrebbe potuto fare una circonvallazione a ovest la soluzione non è a est”. Il sindaco Arrara ha chiuso l’incontro confermando l’intenzione di continuare il percorso con gli altri sindaci e ha terminato con una stoccata a Finiguerra ex sindaco di Cassinetta, con la domanda “Perché i sindaci non hanno chiesto di uscire dalla legge Obiettivo, neanche quelli di prima?”. Mentre tutti si preparavano a uscire Finiguerra ha risposto: “Lo abbiamo chiesto, io, i sindaci di Ozzero, Cisliano, Albairate, Cusago…” Ha ragione, molti ricordano che la tanto invocata strada per Milano, non si è fatta per le loro contestazioni e i finanziamenti sono stati destinati altrove. Il commento di un abbiatense a fine serata: “Non volevano la strada per Milano che ora invocano, così come non vogliono la Vigevano-Malpensa”. E.G.

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