ABBIATEGRASSO – Venerdì è proseguito il Consiglio comunale iniziato il 14, per affrontare interrogazioni e mozioni dibattito proposte dal gruppo Cambiamo Abbiategrasso. Il primo argomento trattato è stato il pagamento della Cosap ovvero l’occupazione di suolo pubblico. Diversi mesi fa il cons. Cattoni (Cambiamo Abb.) ha richiesto un accesso ai dati dal 2017 in poi, da cui ha desunto che di 45 attività commerciali solo 23 erano alla pari con i pagamenti, 11 non hanno mai pagato. Nel 2018 la riscossione è passata da Amaga alla società San Marco. Il Comune avrebbe dovuto incassare 106.900 euro, ne sono arrivati 63.900, ne mancano 43.000 che corrisponde al 49%. L’interrogazione è stata fatta per chiedere il parere del Consiglio e quali provvedimenti sono stati eventualmente presi. L’ass. Bottene ha risposto che l’attività di riscossione segue un iter ben preciso, viene emesso un avviso bonario quando si riscontra l’omesso pagamento. La tempistica è anche di 5 anni, se permane il mancato pagamento si procede con una riscossione coattiva. In questo caso, ha detto Bottene, per il 2020 in seguito a pandemia, si è derogato anche dove non è intervenuta la legge e non si è fatto pagare. Nai ha aggiunto che i mancati pagamenti si riscontrano in tutti i Comuni, è un problema di tutte le amministrazioni. Cattoni ha ricordato all’ass. Bottene di ritenere un dovere chiedere dati, dopo che la Corte dei Conti aveva segnalato tra le criticità di Amaga anche la mancata riscossione della tassa Cosap e che certo non si intende infierire sulle attività commerciali che mantengono viva la città. Si vuole capire per quale motivo c’è chi non paga e chi invece paga anche importanti cifre. Cattoni ha chiesto di riflettere sugli anni 2017/18/19, periodo ante Covid, in cui la gestione della riscossione è passata da Amaga a San Marco e in cui i mancati pagamenti sono aumentati. Il cons. Serra (Gruppo Misto) ha detto di ritenere che il Comune non ha colpa se un cittadino non paga e che non è questo il momento per fare questa interrogazione. Gallotti (Lega) ha aggiunto: “Se un cittadino non paga è perché non li ha” e Valandro (Abb. Merita) ha denigrato l’interrogazione “in un momento in cui i commercianti sono in difficoltà è come buttare legna sul rogo dell’Inquisizione…” De Marchi (Cambiamo Abb.) però ha ricordato che si stava parlando degli anni pre Covid e ha chiesto di non giustificare chi non ha pagato, per rispetto di chi ha sempre pagato tutto, con sacrifici. “La realtà – ha detto – è che il Comune non ha chiesto di regolare i conti negli anni in cui non c’era la pandemia”. Anche Denari (M5S) ha sostenuto che si tratta soprattutto di un periodo in cui le attività commerciali lavoravano normalmente: “L’interrogazione parte dalle considerazioni della Corte dei Conti che metteva in risalto molte lacune. Ora il Comune dice di sostenere i commercianti, ricordo che 57 di loro han fatto ricorso al Tar contro la vostra delibera che approva il Parco Commerciale”. Pusterla (Abb.Merita) ha detto di aver preso atto dei documenti e delle risposte ad hoc del sindaco e dell’ass. Bottene che si devono limitare a seguire le norme. Per chi non paga ci sono delle procedure, non si può fare altro che monitorare la situazione. Finiguerra (Cambiamo Abb.) si è detto sconcertato delle dichiarazioni di Gallotti e Valandro, “perché non si tratta di caccia alle streghe, 2020 a parte, se nei 3 anni precedenti al Covid, il 40% non è stato riscosso significa che c’è un problema che va indagato, se non altro per rispetto verso chi lo ha sempre fatto”. Ceresa (FI) ha proposto di fare un lavoro ulteriore di analisi dei dati per poi prendere misure utili. Lovati ( Nai sindaco) presente da molto tempo in Consiglio in diverse amministrazioni ha ricordato che “è un problema ventennale, una criticità che c’è sempre stata , si potrebbe pensare a una rateizzazione”. Nai ha considerato “il dibattito interessante, ognuno con la sua sensibilità, nessuno ha detto che è giusto non pagare ma si comprendono le difficoltà”. L’ass. Bottene ha aggiunto che “pensavo si volesse far emergere le difficoltà delle attività commerciali invece si tratta di un atto di accusa all’attività di riscossione del Comune, non capisco la polemica”. Cattoni (Cambiamo Abb) però non c’è stato a passare per chi vuole vessare i commercianti, ha detto che il cons. Ceresa ha capito che l’intento era capire perché non pagano. Nessuna caccia alle streghe quindi ma un’analisi di dati richiesti per altro da tempo e ottenuti solo a novembre. (Foto d’archivio) E.G.