ABBIATEGRASSO – Che gli abitanti dei comuni dell’abbiatense siano determinati a continuare la battaglia per riavere il P.S. del Cantù funzionante 24 ore e un vero ospedale invece di un cronicario, una sorta di fotocopia del Golgi, lo si è capito quando su un quotidiano è comparsa la notizia che, mercoledì scorso, proprio nella sala conferenze del Cantù sono stati convocati dall’ATS tutti i sindaci dell’Asst che gestisce gli ospedali di Legnano, Magenta, Cuggiono e Abbiategrasso ed è stato riferito ufficialmente che non si intende riaprire di notte il P.S. né rimettere i servizi tolti.  In molti hanno espresso immediatamente delusione, rabbia e invocato una nuova mobilitazione. Un nuovo Comitato Popolare Intercomunale si sta preparando ad alzare la voce per farsi ascoltare con ‘azioni forti’ dalla Regione che non solo ha ignorato le oltre 11.000 firme raccolte dal Movimento del malato, gli appelli, le interrogazioni, ma ha addirittura ignorato e non ha dato seguito ad una delibera votata dalla sua stessa maggioranza regionale, il 7 maggio scorso quando con  quattro pullman , in treno o in auto, gli abitanti dell’abbiatense hanno protestato davanti al Pirellone e chiesto a gran voce di riavere i servizi sanitari e quella sicurezza che ci è stata tolta. Un video in diretta sulla pagina Facebook dell’Eco, nel pomeriggio di giovedì 12, è stato visto da oltre 12.000 persone, condiviso  in gruppi e commentato. Nel video  alcune considerazioni e le domande  della sottoscritta rivolte a due componenti della Consulta , il cons. Domenico Finiguerra e Barbara De Angeli, tra i più attivi nel richiedere che la nuova struttura con attrezzature all’avanguardia, costata alla collettività 30 milioni di euro, invece di essere declassata,  risponda alle esigenze del territorio. Finiguerra nel video ha ricordato le tante parole, gli impegni assunti e mai ottemperati, ha rilevato l’ipocrisia dei politici regionali che prima approvano  un documento che dice che riapre il P.S. di notte e restituisce tutte le funzioni all’ospedale ripotenziandolo e poi non fanno nulla. Ora abbiamo saputo che nella riunione ai sindaci hanno detto che non si riaprirà, il nostro Consiglio comunale ha avuto l’opportunità di esprimere il proprio orgoglio ma  la maggioranza ha ritenuto di non dovere alzare la voce con la Regione, come proponeva invece la minoranza. “Ora serve qualcosa che vada a sollevare la questione al di là delle appartenenze politiche, dobbiamo essere consapevoli che la nostra città se perde anche il servizio essenziale dell’ospedale, fa un passo indietro e ci perderemo tutti, perderanno di valore le nostre case, il futuro dei nostri figli… non è tutelata la salute, siamo alla vigilia del terzo Natale senza il P.S. aperto di notte. A questo punto deve partire una nuova mobilitazione popolare che parta dai cittadini, la Consulta di cui facciamo parte e di cui il sindaco ha preteso la presidenza, credo che non basti”. Barbara De Angeli aggiunge: “Noi della Consulta veniamo a sapere le cose dai giornali come per l’importante incontro di ieri, l’ennesima presa in giro. A livello regionale c’è stata una votazione importante ma adesso nessuno reclama perché non viene messo in atto quanto deciso e più di una voce dice che sarà chiuso anche di giorno. Dico ai cittadini ‘non molliamo’, perché se finora funziona almeno di giorno è perché non ci siamo rassegnati. La politica è sorda ai nostri bisogni, non c’è la volontà”.  Finiguerra: “Abbiamo  referenti politici che anziché perseguire il bene comune della propria città danno risposte ai loro superiori gerarchici, non si capisce perché Lega, Forza Italia che hanno la maggioranza ad Abbiategrasso  non diano in Regione un segno forte di ribellione. Dobbiamo affrontare non solo il problema del P.S. ma delle liste d’attesa, delle difficoltà dei comuni più piccoli che ora non hanno neanche i medici di base, è importante  una forte mobilitazione popolare sul tema della salute, serve una riorganizzazione chiedendo anche a tutti i sindaci della Città Metropolitana di ridisegnare come è organizzato il servizio sanitario del territorio. Questo ospedale ha tutte le caratteristiche per funzionare invece i cittadini devono andare altrove, a Legnano, e non ci sono  mezzi pubblici per raggiungerlo  o nelle strutture private…” Chiediamo di rimettere in sicurezza l’ospedale , De Angeli: “Se dobbiamo fare la guerra la facciamo, o impariamo a difendere quello che ci riguarda o soccombiamo”. La parola d’ordine  quindi è “Mobilitiamoci”. Enrica Galeazzi