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Decreto Sicurezza, cos’è? Se n’è parlato all’incontro di “Picabù”

ABBIATEGRASSO – “Liberi dagli stereotipi, liberi dai pregiudizi”. Lo slogan del collettivo Picabù non può essere più chiaro di così sugli obbiettivi che persegue: combattere i preconcetti diffusi nella nostra società multiculturale con gli strumenti e i dati stimolando una consapevolezza maggiore su questi temi. A dimostrarlo, lo scorso 17 aprile al Castello, c’erano proprio loro accompagnati da ospiti illustri: l’avvocato Giulia Vicini, il direttore sanitario di Naga Onlus Fabrizio Signorelli e Luca Ranieri responsabile di Casa Chiaravalle, tutti convocati per l’evento “Persone, non numeri”. Ideato con il preciso obbiettivo di chiarire i punti fondamentali del nuovo Decreto Sicurezza, introdotto dal ministro dell’interno Matteo Salvini lo scorso ottobre 2018. A moderare l’incontro, la giornalista Gabriella Simoni, una di quelle personalità che reggono e sorreggono, ancora oggi, il vero giornalismo mediatico. Ma andiamo per punti: cos’è il Decreto Sicurezza? Ce lo spiega Giulia Vicini. “È una riforma che interviene a poca distanza da un’altra dell’anno precedente (Decreto Minniti) e che rende la disciplina giuridica nei confronti dell’immigrazione ancora più complicata. Ciò che questo decreto ha in comune con i precedenti è che affronta il tema dell’immigrazione in un’ottica di sicurezza, il cittadino italiano ha una percezione fortemente distorta di quella che è la realtà dell’immigrazione nel paese, se i cittadini della comunità europea sovrastimano il fenomeno migratorio di circa il doppio; gli italiani hanno percezione del quadruplo, un’idea, quindi, di invasione costante. Il decreto abolisce la protezione umanitaria ed ha come conseguenza principale quella di creare un alto numero di cittadini irregolari nel territorio. La protezione umanitaria garantiva, tra le altre cose, la protezione da qualsiasi situazione di pericolo nel proprio paese (pensiamo al traffico di organi in Libia). Nasce, a titolo sanatorio, la Protezione Speciale che ha, però, durata di un anno e quindi non garantirà mai una storia di integrazione con il nostro paese”. Un altro punto del Decreto da chiarire riguarda i beni immobili confiscati alla mafia. Se prima dovevano obbligatoriamente essere riutilizzati per motivi sociali, il che aveva un forte valore morale, ora gli immobili possono essere venduti anche ai privati (e non è difficile immaginare quali sono questi privati che possono permettersi abitazioni di simili dimensioni). A parlare, Luca Ranieri, testimone dell’esperienza di Casa Chiaravalle. “Grazie al sostegno del comune di Milano Casa Chiaravalle ha permesso la rinascita di un’abitazione (mille metri quadri e tre ettari di giardino) sequestrata alla mafia. Da giugno 2018, grazie al collettivo Passpartout, la casa è diventata un luogo di accoglienza per le donne e le loro famiglie che hanno vissuto un percorso di violenza e disagi abitativi. La casa ad oggi ospita 70 persone di diversa nazionalità e le uniche criticità che esistono sono quelle dei tradizionali rapporti di vicinato, banalmente la musica troppo alta. Abbiamo inserito in mille metri quadri persone sfrattate e richiedenti, il tempo di soggiorno è limitato (massimo 18 mesi) sufficiente per trovare una soluzione”. Dopo il Decreto di Salvini la Casa Chiaravalle, però, potrebbe essere venduta al “miglior offerente”. Tra i diritti fondamentali, infine, non manca quello sanitario. A parlare della situazione post Decreto del Naga, associazione di assistenza socio–sanitaria per i diritti dei cittadini stranieri, Fabrizio Signorelli. “Il nostro ambulatorio medico è dedicato agli immigrati irregolari, noi vorremmo che fossero le istituzioni ad occuparsi del nostro lavoro. Il decreto Salvini per noi non cambia niente, aumentando le persone irregolari aumenta inevitabilmente il nostro lavoro. Il Naga lavora in un mondo che intimorisce, la parola ‘irregolare’ spaventa, in realtà sono persone che lavorano in nero e che cercano una vita migliore per loro e le loro famiglie. Non si viene con lo scopo di delinquere ma di migliorare le proprie condizioni di vita. in caso di delinquenza è giusto che siano applicate le leggi italiane, come vengono applicate per gli italiani stessi”. Eventi come questo sono fondamentali per avere un’idea ampia e chiara di ciò che stiamo affrontando in questo millennio: la disinformazione, i pregiudizi, l’ignoranza, l’inconsapevolezza sono i veri nemici da combattere. Ilaria Scarcella

 

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