ABBIATEGRASSO – Sono passati oltre 80 anni dall’interramento della Ripa del Naviglio in viale Mazzini, un fatto di importante rilevanza storica che comporta un cambiamento epocale nella storia del borgo abbiatense. Questo e molto altro ci ha spiegato il relatore Luciano Provinciali nella serata di venerdì 7 ottobre, in occasione del terzo incontro del ciclo di conferenze sulla “Storia di Abbiategrasso”, il cui argomento trattato è stato “I palazzi della Ripa del Naviglio e Castelletto: luci ed ombre di un Borgo Ritrovato”. Lungo viale Mazzini nel corso del ‘700 – ‘800 era situato il porto di Abbiategrasso, fondamentale sia per il trasporto di merci (quali sale e grano) sia per lo spostamento delle persone; di fatto i cittadini che volevano dirigersi verso Milano pagavano il costo del viaggio in barca, una sorta di S9 ottocentesco, le cui rotaie erano però l’acqua del Naviglio. La presenza del porto e la sua importanza, dovuta al fatto di essere centro di rifornimento principale per Milano, avevano reso Abbiategrasso il borgo più importante di quell’epoca. La crisi si manifestò a fine ‘800, quando i trasporti via ferro sostituirono completamente quelli via mare e dunque Abbiate-grasso (che significa di fatto “gente d’acqua”) perse progressivamente il suo dominio, fino al 1933 quando la Ripa del Naviglio venne completamente interrata. Si assiste nel 1914 alla costruzione della linea tranviaria del “tram Bianco” che collegava direttamente Abbiategrasso con Milano, i cui rispettivi capolinea erano piazza 24 Maggio e viale Mazzini. In quell’epoca il borgo era molto frequentato soprattutto dai mercanti, che si fermavano per rifocillarsi all’Osteria della Gatta (l’attuale Capogiro) e alla Bettolina. I palazzi fondamentali di questo periodo furono: Palazzo Sacchei, completamente decorato con affreschi, di cui purtroppo oggi restano poche testimonianze, la Roggia Cardinala, la Chiesa di S. Rocco, la Fornace Doria dell’antica famiglia dei Coccini, che hanno fatto fortuna grazie alla scarsa presenza di sabbia nelle città confinanti, Palazzo Citterio, Palazzo Corio (tuttora inagibile), Casa del Guardiano delle Acque, l’Osteria dell’Angelo (l’attuale ristorante il Mago) situati lungo la Ripa del Naviglio a Castelletto. Alla fine della conferenza Luciano Provinciali ha ricevuto il titolo onorario di “barone” dal Duca di Abbiategrasso; solo il Duca può consegnare questo tipo di titoli grazie al progetto del “Ducato di Abbiategrasso”, nato nel 2015 con l’obiettivo di promuovere i monumenti storici e il patrimonio culturale nella nostra città. L’idea del ciclo di conferenze nasce proprio dall’esigenza di far conoscere alle nuove generazioni “la Storia di Abbiategrasso”, dato che l’ultimo ciclo organizzato fu ben quindici anni fa. Una delle curiosità del Ducato è proprio quella del recupero dello stemma antico di Abbiategrasso, che comprendeva il leone e la corona, ma anche la fusione del blu rappresentante il potere dei Duchi Sforza e Visconti e il viola in rappresentanza del Papato, a testimonianza di quanto Abbiategrasso fosse influenzata dalle istituzioni delle grandi città. Ilaria Scarcella