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Cosa fare ad Abbiategrasso per il lavoro? Primo confronto tra i sette candidati

ABBIATEGRASSO – La Cooperativa Rinascita con il Circolo Arcipelago da 14 anni organizza il 1° maggio incontri dedicati al tema del lavoro. Quest’anno ha ospitato i 7 candidati che si propongono per governare nei prossimi 5 anni Abbiategrasso invitandoli a rispondere a 3 domande, recapitate in anticipo, per capire come intendono affrontare il problema occupazionale a livello locale. Abbiategrasso, come ha ricordato il conduttore, Roberto Porati, presidente della cooperativa, dagli anni 60 ad oggi ha perso buona parte della sua vocazione industriale, non è più infatti quel distretto importante per la produzione soprattutto di elettrodomestici, la giornata non è più scandita dal suono delle sirene delle molte fabbriche che alle 8, a mezzo giorno, alle 5 del pomeriggio cadenzavano i ritmi del lavoro. Siltal, Gaggia, Mivar hanno chiuso, è rimasta solo la BCS, come intendono darsi da fare allora per il futuro i candidati se eletti sindaco? Quale la prima azione concreta? Barbara De Angeli ha risposto che porterebbe avanti “l’accesso al microcredito, lo speed-job, un portale che dia visibilità agli artigiani del territorio, attuare il reddito di cittadinanza”. Domenico Finiguerra  intende “promuovere tutto quello che non può essere delocalizzato come la bellezza del territorio e la nostra agricoltura, investire nel terziario”, più occupazione per es. in ospedale costato 30 milioni di euro, recuperando quel che si è perso, piscina, Inps, ecc. Creare lavoro con le aziende comunali Amaga, ASSP e altre presenze come il Golgi. Emilio Florio ha sostenuto che “come Rifondazione Comunista crediamo che il comune non crei posti di lavoro ma debba costruire le opportunità, ‘il bello della provincia a 2 passi dalla metropoli’, è finita la politica dei centri commerciali e delle autostrade. Per prima cosa telefonerei alle ferrovie per realizzare il raddoppio e una metropolitana in tempi brevi. Bisogna puntare su Malpensa e far capire che Abbiategrasso offre delle opportunità…” Lele Granziero: “Farei un assessorato al marketing territoriale per Ticino, cultura, commercio, per promuovere tutta la zona dei Navigli… esenzioni da tasse locali per nuove imprese se assumeranno giovani e donne abbiatensi”. Cesare Nai  vuole offrire concretezza partendo dal migliorare il rendimento delle aziende comunali, con Amaga e Assp si contano 280 dipendenti, chiede al Suap di “semplificare e non complicare”. Pensa che le strade siano necessarie per lo sviluppo di questo territorio, che occorra fare rete con altri comuni per partecipare a bandi e ottenere finanziamenti. Claudio Pirola ha riferito il percorso fatto con Zyme per conoscere la realtà imprenditoriale abbiatense e propone un “polo tecnologico per l’innovazione da insediare in aree dismesse, contando su una rete di relazioni e collegamenti politici con Milano”. Da  migliorare innanzitutto il trasporto ferroviario. Luigi Tarantola ritiene fondamentale che “Abbiategrasso ritorni capofila, mettendo a un tavolo tutti i sindaci, perché il problema del lavoro  l’hanno tutti, va bene in ogni caso se una ditta arriva a Motta o a Rosate”. La seconda domanda riguardava la variante al PGT se può aiutare lo sviluppo oppure no. De Angeli ha risposto che finchè non si conoscono le conseguenze del contenzioso in atto non è possibile fare previsioni. Finiguerra pensa che i 10.000 mq costruibili di commerciale, anche se suddivisi in diverse aree, non è detto che porteranno occupazione se faranno chiudere negozi storici e che occorre recuperare invece il patrimonio esistente facendo lavorare soprattutto le piccole imprese locali. Florio ha fatto l’esempio del vestito su misura, come dovrebbe essere anche “il PGT che va rivisto,  con scelte che tengano conto della vicinanza di Malpensa e Milano”. Granziero ha voluto precisare che il contenzioso con Essedue non è nato con la variante ma con i progetti rigettati perché non conformi. Ha ribadito il no alla grande distribuzione, Nai invece ha difeso il PGT che ha condiviso con l’amministrazione Albetti prima della variante, perché  riteneva favorisse l’occupazione, mentre la variante anche in tal senso ritiene sia negativa. Con gli oneri di un centro commerciale si sarebbero potute realizzare molte opere. Il commercio non è fiorente nonostante non ci sia un centro commerciale che, per esempio ad Arese, rende vitale e frequentato anche il centro storico. Pirola al contrario apprezza la variante, è contro la strada e il centro commerciale “perché non ce n’è bisogno. Bisogna riorganizzare e puntare sull’agricoltura e valorizzare quel che c’è in chiave moderna”. Tarantola propone un “PGT da legare alle emozioni, legare il territorio alle emozioni che suscita e se ci dev’essere un centro commerciale si può decidere cosa deve contenere”. Altre domande hanno riguardato le aree dismesse e come rilanciarle. Un’altra sui motivi e che significato ha la visita di alcuni candidati in Mivar e Bcs. Tra chi c’è andato De Angeli che ha ricevuto un rifiuto da Vichi alla sua proposta, Finiguerra che ha detto di esserci andato dopo aver letto dell’invito a Samsung di venire a produrre in Mivar e avendo rapporti di lavoro con la Corea, ha parlato del suo tentativo di creare un contatto diretto tra il console e Vichi. In una sala gremita il confronto è continuato per due ore, tutti i candidati hanno ricevuto applausi, non solo ciascuno dal gruppo di sostenitori che l’accompagnava ma da tutto il pubblico. Un pubblico attento che ‘sportivamente’ ha applaudito ciascuno di loro, apprezzando domande e risposte che hanno fatto comprendere intenzioni e orientamenti. E.G.

 

 

 

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