ABBIATEGRASSO – Un gruppo di cittadini con diverse appartenenze, ruoli e professioni indice un corteo popolare, sabato 14 dicembre alle ore 15 in piazza Castello perché: “Dobbiamo difendere e salvaguardare il territorio abbiatense e magentino dalla catastrofe finale che rischia di essere imminente. Bloccare il piano Essedue/BCS/NAI e fermare la Tangenziale Magenta-Vigevano è fondamentale per immaginare e costruire un futuro che non sia fatto solo di asfalto, cemento e miseria economica e culturale. Il piano urbanistico sul Pagiannunz – scrivono gli organizzatori – andrebbe a distruggere un’area di incredibile valore storico e naturalistico compresa tra l’Annunciata e il Naviglio Grande, la tangenziale trasformerebbe per sempre il sud ovest di Milano, ultima porzione di territorio ancora prettamente agricola. Una grossa e immotivata espansione urbanistica e un immotivato e gravissimo consumo di territorio: 40mila mq di cemento, 20 capannoni prefabbricati, strisce di asfalto di decine di chilometri per un’infrastruttura obsoleta, nociva e inutile. Uno stravolgimento paesaggistico, ambientale e sociale.
Quello che oggi c’è sul piatto ad Abbiategrasso e dintorni è un bivio da cui non si torna indietro. Lo stiamo già saggiando. O si preserva il panorama naturale, umano e agricolo di questo territorio (e che sia anche economico per noi è scontato) o si sceglie la morte delle specificità di queste terre. C’è poco altro da aggiungere. Non ci sono mitigazioni alternative che tengano. Dovesse succedere, dovesse comparire l’ennesimo centro commerciale, circondato da bretelle stradali, svincoli, tornanti e capannoni, dovesse vincere la lottizzazione di questo pregiata porzione naturale e agricola di Lombardia toccherà fare i conti prima di tutto con se stessi. Intombati i canali, asfaltati i prati, espropriati i campi, ci sarà da dire addio a quello che oggi conosciamo, ai tramonti rossi sui campi di riso e di mais, ai voli di astori sulle nostre teste, agli scambi di sguardi con gli aironi sui cigli della strada, addio alla convivialità che tanto amiamo raccontare in giro, al Ticino e al suo tesoro, alle cascine all’orizzonte. Se passeranno centro commerciale e tangenziale tutto questo non ci sarà più, non potrà più esserci, rimarremo solo noi cittadini brutalizzati, circondati da asfalto e cemento, macchine e capannoni in una città di passaggio tale e quale a mille altre periferie di metropoli, disumane, svuotate d’ogni sentimento.
Centri commerciali ne abbiamo fin troppi e portano un modello di consumo deleterio. Nuove case non servono, sono già migliaia gli immobili dismessi e inutilizzati. La tangenziale non migliorerà i collegamenti e il trasporto del territorio, soprattutto con Milano, porterà un ulteriore peggioramento della situazione, già gravissima, di inquinamento, lottizzazione in svincoli, povertà. Gli agricoltori lo hanno chiaro. Serve risolvere i problemi di migliaia di pendolari della Milano-Mortara in balìa di soppressioni, ritardi cronici, mezzi fatiscenti e inadeguati. Dobbiamo fermare quest’idea di sviluppo e futuro. Dobbiamo immaginare e costruire modelli di futuro che sappiano tutelare, riqualificare e valorizzare i territori, i paesaggi, l’agricoltura contadina, le culture e le colture locali. Questo è il vero progresso.
No Tangenziale – Il Pagiannunz non si tocca!”