ABBIATEGRASSO – E’ racchiuso in un gioco etimologico il titolo attribuito al Concerto di Giugno della Filarmonica, in programma sabato 8 giugno presso il Quadriportico di Santa Maria Nuova (all’interno della Basilica, in caso di maltempo). Tradizioni e Traduzioni è infatti il binomio su cui si gioca il dipanarsi del programma. Come sottolinea il Direttore Dario Garegnani nella sua introduzione al concerto, la tradizione è sì risalire la corrente verso le origini, ma è anche traduzione della fonte e di conseguenza, in qualche caso, diventa “tradimento” della stessa. Il programma proposto dalla Filarmonica sarà introdotto dallo stile filmico di Jan De Haan, che nella sua Music for a Solemnity si ispira alla storia di un tamburino vissuto nel XVII sec. In un villaggio olandese, ma anche allo stile di John Williams, uno dei maggiori compositori di musiche cinematografiche. A seguire Ralph Vaughan Williams, compositore britannico del XX secolo, con la sua English Folk Song Suite, in tre movimenti (Marcia – Intermezzo – Marcia), in cui rimane fedele allo spirito festoso della musica popolare sfruttando il lirismo tipico del suo stile solo nell’intermezzo. Ci si trasferisce poi nella Russia del post rivoluzione, in cui DmitrijSostakovic, in un complicato equilibrio tra l’arte e la politica (pur formalmente aderendo al regime ottenne due denunce e venne sempre guardato con sospetto), celebra il coraggio dei cittadini di Leningrado assediati dalle forze nazista con una suite (Native Leningrad, 1942), della quale verrà proposta la “Danza della gioventù”. In ultimo, un vero “pezzo forte”, ovvero l’esecuzione della versione sinfonica del Carmina Burana autorizzata dallo stesso Carl Orff nel 1963. Una suite sinfonica sulla quale bisognerebbe soffermarsi a lungo per apprezzarne le meravigliose finezze compositive e di scelta dei testi (“prelevati” dal medievale “Codex Buranus”). Brani goliardici e divertenti si alternano ad altri più meditativi e che pongono interrogativi sul senso della vita. Come il Medioevo, così i Carmina Burana sono un concentrato di dicotomie e ambivalenze, sottolineate da una musica preziosa e curata in ogni sua parte. Un appuntamento quindi da non perdere per godere della buona musica che, come è tradizione (ecco che ritorna, il tema portante) , la Filarmonica offre al proprio pubblico.