ABBIATEGRASSO – La provocazione del presidente della Regione, il leghista Roberto Maroni, a presentare entro ottobre un progetto importante per la comunità, che la Regione possa condividere e in parte finanziare, è stata la ciliegina sulla torta durante l’inaugurazione del nuovo Istituto Golgi. Una pronta risposta alla speranza espressa dal sindaco Arrara che gli edifici dismessi, la vasta area verso via Annoni, i cortili e tutti i vecchi reparti ora vuoti non vengano lasciati a un inevitabile ulteriore degrado ma vengano rivitalizzate e restituite alla città. Il presidente Maroni ha indicato addirittura una data, ha detto infatti: “A metà ottobre tornerò per la terza volta ad Abbiategrasso (la prima è stata per inaugurare Abbiategusto 2013), e incontrerò il sindaco di Abbiategrasso, se c’è una proposta valida io ci sto…” Urgono quindi idee da sottoporre a Regione Lombardia che, come ha detto ancora Maroni, “ha approvato una riforma che vuole integrare strutture sanitarie con il territorio perché abbiamo calcolato quello che succederà nei prossimi 20 anni, soprattutto per l’aumento dell’aspettativa di vita e quindi della cronicità e la conseguente sempre maggiore necessità di accudire persone anziane. Questo ad Abbiategrasso può essere il luogo idoneo a sperimentare concretamente questo nuovo modello di eccellenze che mi sono incaricato di realizzare come presidente e ora come assessore ad interim del welfare di Regione Lombardia”. Parole che già indirizzano verso la scelta di fare del Golgi una “cittadella” che si occupa del benessere e della salute della popolazione che invecchia, trasformando i vecchi e obsoleti stanzoni dei reparti ora trasferiti, in tanti minialloggi, residenze protette da offrire in affitto non solo agli anziani abbiatensi ma ai milanesi e ai tanti che apprezzano la dimensione e le caratteristiche di Abbiategrasso. L’area è talmente vasta che può ospitare anche molti spazi ludici, dedicati al ballo, a tornei di carte, a lezioni e conferenze che nutrono la mente e contribuiscono a conservare memoria e ricordi. In città abbondano associazioni e volontari da coinvolgere. Spazi da destinare a proposte come l’Alzheimer Cafè sperimentato con successo dalla Sacra Famiglia, per parenti e pazienti che si concedono un tempo di sollievo e confronto reciproco. La Pia Casa, da sempre fiore all’occhiello della città, può e deve diventare con la Banca del Cervello, oltre che un riferimento per la ricerca e la cura degli anziani anche un luogo dove si vive al meglio, in serenità, salute, sicurezza, compagnia, nonostante l’età che avanza. Enrica Galeazzi