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Cisliano non sottoscrive il protocollo migranti: ecco perchè

CISLIANO– Nelle ultime settimane il tema dell’accoglienza dei migranti è stato affrontato da vari comuni in diversi incontri pubblici. Tra i Comuni che non hanno firmato il protocollo anche Cisliano. Ecco il testo della lettera inviata al prefetto con cui si motiva la scelta, condivisa con altri comuni del territorio: “Non siamo contro l’accoglienza ma siamo contro il modo con cui il governo ‘non’ gestisce il problema. Ill.mo Prefetto, i sotto elencati Comuni, rappresentati dai Sindaci pro tempore, desiderano portare a Sua conoscenza i motivi per i quali non intendono aderire al Protocollo in oggetto. Innanzitutto affermiamo di credere fortemente che uno dei principali compiti di un Sindaco sia quello di garantire la sicurezza dei cittadini del proprio Comune. Inoltre siamo convinti che la tutela e l’assistenza delle persone affidate debbano essere tanto maggiori ed accurate quanto più le circostanze sono avverse: in special modo in questo momento storico in cui le drammatiche conseguenze della crisi economica e occupazionale hanno messo in difficoltà i ceti meno abbienti e hanno reso estremamente fragili le loro famiglie. Queste condizioni ci chiamano a dare risposte concrete, prima che ad altri, proprio a coloro che ci hanno onorato della loro fiducia, eleggendoci e affidandoci il compito di amministrare il bene comune. Durante gli incontri in Prefettura abbiamo rilevato che al mantenimento dei richiedenti asilo, o migranti, sono state destinate cospicue risorse economiche, tratte da fondi pubblici. Non è successo però che ai singoli Comuni siano state assegnate pari risorse da destinare al sostegno economico dei cittadini italiani in difficoltà residenti nei nostri territori.
Questo non è successo neppure quando è stato fatto osservare, in molteplici occasioni, che i tagli ai trasferimenti statali nei confronti dei Comuni non permettono più agli stessi di far fronte alle numerose richieste di aiuto da parte della cittadinanza. In questa situazione riteniamo pertanto che l’accoglienza dei presunti profughi o migranti possa diventare motivo di tensioni sociali, fino a possibili turbative dell’ordine pubblico, di difficile gestione. Ci sono anche altre considerazioni che ci hanno portato a valutare negativamente il Protocollo e constano nelle seguenti valutazioni che sottoponiamo alla Sua attenzione: – non abbiamo ricevuto sufficienti garanzie sull’effettivo e definitivo ricollocamento dei richiedenti asilo o migranti una volta terminato il progetto di accoglienza; – non appare accettabile che ai richiedenti asilo e/o presunti profughi o migranti, temporaneamente ospitati, le Amministrazioni Comunali siano obbligate a concedere la residenza ufficiale, con il rilascio di carte di identità e relative tessere sanitarie di iscrizione al SSN. Questo, in effetti, porterebbe a trasformare un’ospitalità temporanea in una accoglienza definitiva e a carico dei Comuni, generando altresì spese che ad oggi non sono neppure quantificabili. Abbiamo più volte chiesto soluzioni alternative, ma non ci sono state date risposte adeguate e convincenti; – non riteniamo opportuno accogliere “presunti richiedenti asilo” di cui non conosciamo la provenienza ed eventuali precedenti/pendenze penali. Il Governo centrale non mette in atto filtri che possano aiutarci in tal senso e tra questi richiedenti asilo o migranti potrebbero infiltrarsi comuni criminali e perfino potenziali terroristi. – è noto che vi è scarsità, a fattore comune, di alloggi di proprietà pubblica e, a maggiore ragione, di strutture ricettive da destinare all’accoglienza. Peraltro quelle esistenti non sono neppure sufficienti a garantire il soddisfacimento del diritto costituzionale alla casa per i “nostri” cittadini che hanno ricevuto intimazioni di sfratto dalle loro abitazioni abituali.- non è stata data risposta alle domande inerenti alle eventuali possibilità dei migranti ospitati di ottenere i ricongiungimenti familiari, visto che, una volta ottenuta la residenza e i previsti documenti, potrebbero richiederli. Su chi ricadrebbe l’onere per il mantenimento dei parenti ricongiunti? E per quanto tempo? Quesiti che rimangono in attesa di risposta. – non ci sono state fornite sufficienti garanzie in merito alle coperture finanziare del bando allegato al progetto. Qualora le coperture finanziarie che il Governo centrale mette a disposizione per tali finalità non fossero più sufficienti a garantire i progetti stessi – visto il continuo aumento di presunti profughi e migranti che raggiungono il territorio italiano – chi si farebbe carico del mantenimento dei presunti profughi e migranti temporaneamente ospitati presso i nostri comuni una volta avviato il progetto? Confidando che Ella comprenderà le ragioni, che pure esposte in maniera sintetica, hanno determinato la nostra scelta di non aderire al Protocollo proposto, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti”.

 

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