L'eco della città

Ciclista massacrato di botte da tre teppisti

Ozzero - Incidente sulla SP ex SS494 Vigevanese al semaforo in localita' Soria un piccolo autobus proveniente da Vigevano e che viaggiava in direzione di Abbiategrasso ha tamponato violentemente un camion che lo precedeva. A bordo del pullman c'era una classe 1° dell'istituto Roncalli di Vigevano che era diretta a Limbiate. Sul posto numerosi mezzi di soccorso tra ambulanze ed elisoccorso una squadra dei Vigili del Fuoco e una pattuglia dei Carabinieri. I rilievi per ricostruire l'esatta dinamica sono effettuati alla Polizia Locale di Abbiategrasso Roberto Garavaglia - Studio Sally

ABBIATEGRASSO – Mercoledì mattina i Carabinieri, allertati subito dopo l’accaduto, hanno dato la caccia alla Toyota Yaris in fuga dopo il gravissimo episodio i cui responsabili erano a bordo. L’auto è stata infine bloccata in viale Serafino dell’Uomo davanti alla scuola, alle 12.30, proprio nel momento in cui uscivano gli scolari. Una scena da film, la conclusione di un brutto film che evoca “Arancia meccanica”, i tre bulli, tre italiani, due di 19 e uno di 21 anni, residenti a Vermezzo con Zelo, sono finiti in carcere, accusati di tentato omicidio e altri reati. La loro vittima un ciclista di 52 anni, di professione taxista, stava percorrendo via Dante, quando è stato preso di mira dai tre che, a bordo della Yaris, gli hanno lanciato dell’acqua per poi allontanarsi. Il rosso al vicino semaforo li ha fermati, il ciclista li ha raggiunti e ha fatto le sue rimostranze, questo ha scatenato la reazione violentissima dei tre che lo hanno letteralmente massacrato di botte, colpendolo  al volto con una chiave svita bulloni e altri oggetti con cui gli hanno  fratturato le costole fino a forargli un polmone, procurandogli uno pneumatorace. Non contenti gli hanno anche distrutto la bicicletta, sono stati per fortuna costretti alla fuga da alcuni testimoni accorsi a soccorrere il ferito e a dare l’allarme. Allarme che ha portato alla loro immediata ricerca da parte dei Carabinieri, culminata con l’inseguimento e la cattura. Un’aggressione che poteva essere fatale al poveretto, ricoverato  al Fornaroli di Magenta, al suo posto poteva esserci qualsiasi altra persona. Sgomenti scopriamo un’aggressività latente che si scatena con una violenza inaudita per futili motivi. Nessuno si sente più al sicuro. (Foto d’archivio). E.G.

 

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