L'eco della città

Ciao, Alberto, medico di famiglia e amico caro

La mia strada ha incrociato la tua, lungo il cammino della vita, quando tu, giovanissimo liceale, hai chiesto a me, giovane professoressa di lettere, di darti qualche consiglio per affrontare con maggiore sicurezza lo studio del latino. Le nostre famiglie erano legate, e ancora lo sono, da rapporti di amicizia e, anche se non ho ricordi precisi del lontano periodo dell’infanzia, sicuramente abbiamo giocato insieme nei cortili delle nostre case, mentre le nostre mamme, grandi amiche di gioventù, chiacchieravano tranquille, scambiandosi consigli su come crescere i figli. Dopo quelle lezioni di latino, ci siamo persi di vista per molti anni e ti ho ritrovato, ormai adulto, nel tuo ambulatorio a svolgere con passione la professione di medico. Sei diventato, così, il nostro medico di famiglia, sempre pronto ad occuparsi dei nostri problemi di salute, ma anche un caro amico, sempre disponibile all’ascolto dei nostri quotidiani affanni. Questi ultimi anni ci hanno visti accomunati dalla dedizione nella cura di mamma e zia, molto anziane e molto malate, e ci consolavamo a vicenda, dando sfogo alla preoccupazione e sollievo alla stanchezza. Tu non ti sei certo risparmiato nella cura dei tuoi familiari e dei tuoi pazienti, dedicandoti a loro con grande sensibilità e umanità, pensando più a loro che a te stesso e ritagliandoti ben poco spazio e tempo per coltivare i tuoi interessi: i viaggi, la lettura, la fotografia. Nemmeno il tuo bel cagnolino Tobia è stato da te trascurato: appena potevi, lo portavi con te a fare un giro in bicicletta. Anche per le vie spesso i tuoi pazienti ti fermavano e ti caricavano dei loro problemi, che ti facevi premura di ascoltare e tentare di risolvere. E in ambulatorio ti innervosivi quando la tecnologia o la burocrazia intralciavano la tua professionalità. Da tempo ormai non avevi un attimo di respiro, dicevi di non poter “staccare” nemmeno qualche giorno per concederti una breve vacanza. Il tuo cuore, tanto stanco, non ha retto a tanta tensione e si è fermato, strappandoti a parenti, amici, colleghi, alle tante persone che hanno avuto la fortuna di incontrarti e alle quali mancheranno le chiacchierate con te, i tuoi consigli, lo scambio di opinioni su un libro letto, un viaggio fatto, una situazione vissuta. Ora riposa in pace, Alberto, amico caro. Mariagrazia Broglia

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